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Il presidente Bagnovini: ‘Anche i nuovi oggetti restano disabitati’

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Signor Bagnovini, a seguito dei dati resi noti dall’Ustat, non si può non constatare che l’offerta immobiliar­e in Ticino abbia ormai superato la domanda. Con un tasso di sfitto pari al 1,59% è probabile che ci sia preoccupaz­ione tra gli impresari ticinesi in ottica futura, è così?

L’aumento del tasso di sfitto ci preoccupa in quanto rappresent­a in modo fedele la relazione tra domanda e offerta di abitazioni. L’aspetto secondo me più grave riguarda il fatto che delle 3’764 abitazioni vuote, ben 1’046 riguardano edifici costruiti o ristruttur­ati negli ultimi 2 anni. Dunque lo sfitto non è solo di carattere struttural­e, ma riguarda anche i nuovi oggetti.

Quali possibili contromisu­re potrebbero essere adottate per evitare il probabile calo del settore immobiliar­e che andrebbe di conseguenz­a a mettervi in seria difficoltà?

È difficile trovare delle contromisu­re alla domanda di mercato. Se penso ad esempio alle imprese generali che realizzano e promuovono in proprio oggetti immobiliar­i, esse adatterann­o la loro attività alla reale possibilit­à di vendere o di affittare le singole unità abitative. Nell’ambito del risparmio energetico, resta interessan­te il comparto della ristruttur­azione dei vecchi edifici, senza dimenticar­e le attività del genio civile che speriamo possano compensare il temuto calo dell’edilizia. In caso contrario, una riduzione degli effettivi sarà inevitabil­e.

Quanto hanno beneficiat­o gli impresari stessi dei tassi ipotecari (ai minimi storici)?

Il settore della costruzion­e ha beneficiat­o molto dei bassi tassi ipotecari in quanto hanno spinto molti committent­i a investire nel mattone. La grande euforia di questi ultimi anni generata dall’edilizia abitativa e da importanti progetti infrastrut­turali ha portato occasioni di lavoro per tutte le imprese, che spesso si sono pure ingrandite, senza però conseguire gli utili sperati a causa della sfrenata concorrenz­a. Un vero peccato non aver potuto creare buone riserve finanziari­e in previsione di tempi meno propizi come quelli che si stagliano all’orizzonte.

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TI-PRESS Nicola Bagnovini della Ssic

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