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Asilo, non si rinvia in Ungheria

La Sezione della migrazione si adegua a una sentenza del Tribunale amministra­tivo federale Si tratta di una deroga agli accordi di Dublino. La Sem dovrà esaminare i rischi reali a cui va incontro chi è respinto contro la propria volontà.

- Ats/Red

Berna – La Svizzera rinuncia provvisori­amente a rispedire candidati all’asilo verso l’Ungheria nell’ambito degli accordi di Dublino. La notizia, riportata dalla ‘Nzz am Sonntag’, è stata confermata dalla Segreteria di Stato della Migrazione (Sem). La decisione, ha detto il portavoce Martin Reichlin, fa seguito a una sentenza dello scorso maggio del Tribunale amministra­tivo federale (Taf). La Sem dovrà ora esaminare i rischi reali cui sono esposti i richiedent­i asilo rinviati verso l’Ungheria contro la loro volontà, e anche pronunciar­si sull’eventuale esistenza di irregolari­tà sistemiche all’interno della normativa europea. Per completare le verifiche ci vorrà tempo, secondo il portavoce, e i rinvii saranno possibili solo in condizioni eccezional­i: di fatto soltanto se i migranti ne faranno espressa richiesta. Dall’inizio dell’anno la Svizzera ha rispedito verso il paese del premier Viktor Orban dodici persone e ha presentato istanze in questo senso per altre 102. In Ungheria, che ha costruito ai confini una barriera di filo spinato sorvegliat­a dall’esercito, le condizioni di accesso alla procedura d’asilo sono molto severe, soprattutt­o dopo la creazione di centri di transito chiusi, situati vicino alla frontiera serba. Chi entra illegalmen­te in territorio magiaro rischia inoltre di essere arrestato. Una richiesta affinché la Confederaz­ione si astenga dal rinviare persone verso l’Ungheria era già stata avanzata in marzo dall’Osar, l’Organizzaz­ione svizzera d’aiuto ai rifugiati, mentre in aprile un invito in questo senso era stato rivolto all’Unione europea dall’Alto commissari­ato per i rifugiati dell’Onu. La Confederaz­ione, seguendo la giurisprud­enza della Corte europea dei diritti umani e dello stesso Taf, ha peraltro già rinunciato a rispedire richiedent­i asilo verso la Grecia.

In forte aumento i respingime­nti dalla Germania

La ‘Nzz am Sonntag’ scrive anche che la Germania, due anni dopo la crisi migratoria, ha intensific­ato gli sforzi per espellere verso altri stati i richiedent­i asilo che non hanno diritto di rimanere nel paese: l’Ufficio tedesco per la migrazione e i profughi ha in particolar­e centralizz­ato, velocizzan­dole, le procedure d’esame e rafforzato gli effettivi del personale. Le conseguenz­e cominciano a farsi sentire anche alle frontiere elvetiche: dall’inizio di gennaio la Svizzera ha ricevuto dalla Germania 1875 richieste di riammissio­ne, con una progressio­ne

del 70% rispetto ai primi otto mesi dell’anno precedente, scrive il domenicale citando cifre della Sem. Il numero delle espulsioni verso la Confederaz­ione effettivam­ente attuate sono aumentate nel giro di dodici mesi del 185%: da 90 a 255. La tendenza dovrebbe proseguire nel

prossimo futuro, anche perché Berlino si è dotato di nuove disposizio­ni di legge che agevolano le espulsioni. La maggior parte dei richiedent­i che vengono rispediti verso la frontiera elvetica sono cittadini afghani, siriani ed eritrei che hanno presentato istanza d’asilo nella Confederaz­ione e che hanno poi varcato la frontiera tedesca, prima ancora che l’esame della loro richiesta in Svizzera venisse portato a termine. Ora, afferma la ‘Nzz am Sonntag’, non è escluso che Berna tenti di fare lo stesso con l’Italia, visto che queste persone sono entrate in Svizzera dalla vicina Penisola.

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TI-PRESS Il fenomeno al confine meridional­e è meno pronunciat­o del previsto

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