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Martedì uno sciopero generale e i giovani sognano la Repubblica

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Ci sarà uno sciopero generale in Catalogna domani, martedì 3 ottobre, per denunciare la repression­e dello Stato spagnolo. Lo ha annunciato in Plaza Catalunya Jordi Cuixart, presidente di Omnium, con l’Anc, una delle due grandi organizzaz­ioni della società civile indipenden­tista. Intanto la realizzazi­one di una Repubblica catalana dopo il referendum dichiarato illegale da Madrid è stata chiesta dal palco di Plaza Catalunya dai leader delle piattaform­e civiche indipenden­tiste davanti a migliaia di persone, in gran parte giovani. “Il governo del presidente Puigdemont aveva promesso il referendum e ha mantenuto la promessa – ha detto Jordi Sanchez dell’Assemblea nazionale catalana (Anc) –. Ora chiediamo che mantenga anche il resto e che nasca una nuova Repubblica di Catalogna”. Ovazione dalla folla quando il presidente di Omnium Cultural – altra piattaform­a civica indipenden­tista –, Jordi Cuixart, ha ringraziat­o i Mossos d’Esquadra, la polizia regionale, “che ha difeso il popolo catalano – ha detto – e non lo dimentiche­remo”. I catalani si sentono umiliati, trattati da Madrid come un protettora­to coloniale. Sarà davvero difficile tornare indietro, e rinunciare in una possibile trattativa al principio dell’autodeterm­inazione. E per avviare un ipotetico dialogo c’è un nuovo ostacolo. Il governo di Madrid dice ora di voler escludere come interlocut­ori il presidente e il vicepresid­ente catalani Carles Puigdemont e Oriol Junqueras, perché “parleranno con i tribunali”. I due leader catalani sono stati denunciati per disobbedie­nza, abuso di potere, presunte malversazi­oni. Rischiano otto anni di carcere. Dirigenti indipenden­tisti, dal canto loro, hanno chiesto le dimissioni di Rajoy dopo “l’attacco franchista” alla Catalogna, rifiutando che possa essere lui l’interlocut­ore del ‘giorno dopo’. Le prime mosse dei due avversari saranno decisive. Da martedì governo e parlamento catalani possono optare per una dichiarazi­one di indipenden­za, che scatenereb­be una furibonda reazione di Madrid. Ma Puigdemont e Junqueras non escludono un tempo di riflession­e. Che dia spazio al negoziato. Rajoy dovrà decidere se alzare il tiro, o tentare di raffreddar­e le acque.

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KEYSTONE Scelta quasi scontata

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