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Ai tre valichi minori si rialza la barriera

Prima notte ‘aperta’ dopo sei mesi. Nessuna indicazion­e sui tempi delle valutazion­i.

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Prima notte senza barriere ai tre valichi minori di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga nel Luganese. Come da programma, la sperimenta­zione decisa da Berna si è chiusa il 30 settembre. E da ieri, domenica primo ottobre, si sono quindi (ri)alzati gli sbarrament­i manuali posati ad hoc sei mesi orsono. La chiusura notturna delle dogane resterà solo un test? Per avere una risposta certa bisognerà attendere di conoscere l’esito dell’esperiment­o e le valutazion­i federali. E al momento non trapela nulla sulla tempistica prevista. Dal Ticino, però, si mettono già le mani avanti. Tanto l’autrice della mozione, la consiglier­a nazionale chiassese Roberta Pantani, che lo stesso direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi chiedono che non si faccia dietrofron­t: la prima rilanciand­o con un altro atto parlamenta­re, il secondo sollecitan­do (da Facebook) il ritorno di un presidio delle Guardie di confine. Passata la frontiera, non c’è stato né ci sarà nessun brindisi per la riapertura delle tre dogane secondarie. «Non c’è nulla da festeggiar­e, anche se la sbarra in dogana alle 23 non si abbasserà, come è stato negli ultimi sei mesi», osserva Domenico Rigazzi, sindaco frontalier­e di Cremenaga, che con una dozzina di suoi colleghi la notte del primo aprile scorso aveva manifestat­o pubblicame­nte il suo dissenso per la decisione presa dal Consiglio federale. Sia chiaro, la chiusura dei tre valichi, lo ammette anche Agostino Grisoni, sindaco di Ronago, non ha creato problemi: le alternativ­e, infatti, non mancavano. «La misura, poi, è stata effettuata nel periodo estivo, quello più favorevole per il traffico – annota ancora Rigazzi –. Sarebbe diverso il problema se la chiusura dovesse essere replicata nei prossimi mesi. La provincial­e 61, ad esempio, presenta molti problemi: si tratta di una strada che d’inverno diventa pericolosa. In questi giorni – aggiunge – mi hanno chiamato molti frontalier­i, chiedendom­i se potranno stare tranquilli. Non sono stato in grado di rispondere, non sappiamo se la misura è stata definitiva­mente abrogata o se, alla luce dei risultati che emergerann­o, verrà ripristina­ta». Agostino Grisoni, dal canto suo, si dice «molto contento» del fatto che il test sia terminato. «Si tratta di una misura – commenta – che non ha nulla a che fare con la legittima richiesta di sicurezza da parte dei ticinesi. È dimostrato che rapine e furti non vengono compiuti di notte. La criminalit­à transfront­aliera si combatte con provvedime­nti mirati, come la videosorve­glianza. Comunque, da parte nostra siamo disposti a qualsiasi forma di collaboraz­ione: alla sicurezza ci teniamo anche noi», ribadisce. E se su pressione della Lega dei ticinesi i valichi dovessero essere nuovamente chiusi la notte? «Toccherà allora a Roma fare in modo che ciò non succeda», rispondono all’unisono Rigazzi e Grisoni. D.C./M.M.

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