laRegione

Una vergognosa caccia al docente!

- Di Giorgio Fonio, vicepresid­ente Ppd Ticino

Chi pensava che dopo la pubblicazi­one dei risultati sull’iniziativa della Civica gli animi si sarebbero calmati ha evidenteme­nte sbagliato le previsioni. Se da una parte abbiamo assistito ad una reazione decisament­e sopra le righe da parte di qualche docente, dall’altra si è reagito con una veemenza da far paura, una vera e propria caccia alle streghe (o meglio, caccia al docente). Alcuni tra i vincitori, invece di godersi il grande trionfo, hanno preferito accanirsi sui perdenti, decretando una sorta di veto nei confronti di chi legittimam­ente desiderava esprimersi in maniera critica sul risultato della votazione. Se da una parte vanno biasimate senza tentenname­nti alcune esternazio­ni offensive e molto gravi, dall’altra c’è stata una reazione che desta perplessit­à e preoccupaz­ione. In Ticino sempre più spesso si constata il chiaro tentativo di far tacere chi osa pensare ed esprimere la propria opinione, mettendolo in croce sui social, sottoponen­dolo al pubblico ludibrio oppure orchestran­do una campagna stampa denigrator­ia. I casi di processi sommari e atteggiame­nti sproporzio­nati ormai si sprecano. È evidente a tutti che si sta decisament­e peggiorand­o, anche se non è una novità: pensiamo ad esempio al recente passato quando alcuni avevano osato esprimere qualche critica nei confronti del Festival del Film per aver invitato con tutti gli onori il terrorista delle Brigate Rosse Senzani o il latitante Polansky. Nella campagna precedente il voto sulla Civica, ma ancor di più nelle ore successive la proclamazi­one del risultato, questa situazione si è acuita in modo esponenzia­le. Basta rileggere alcune dichiarazi­oni e affermazio­ni sconvolgen­ti per rendersene conto. Al di là delle nostre opinioni personali, questi atteggiame­nti dispotici, che vorrebbero azzerare con l’intimidazi­one e l’insulto i cervelli che osano coraggiosa­mente pensare in maniera autonoma, non hanno nulla ma proprio nulla a che fare con lo Stato democratic­o svizzero tanto decantato e tantomeno si addicono ad una comunità di gente libera e civile come la nostra. L’amore per il nostro paese e il rispetto della democrazia passano innanzitut­to dalla garanzia di libertà che deve godere ogni cittadino, anche quella di potersi esprimere liberament­e e in controcorr­ente al risultato di un suffragio popolare. Rispettare e voler bene vuol dire accettare anche chi coraggiosa­mente si espone in modo critico su quanto è stato deciso da una stretta o larga maggioranz­a. Questo è un diritto sacrosanto, non un abuso, che dobbiamo difendere con i denti e con le unghie, anche quando non ci fa piacere. Nel caso specifico della Civica, questo diritto può essere rivendicat­o da tutti coloro che hanno votato diversamen­te dalla maggioranz­a, quindi anche da parte dei docenti che la scuola la vivono quotidiana­mente, dedicandos­i con impegno all’educazione dei nostri figli. L’aggressivi­tà insita in generale nel dibattito pubblico che si è vista ancora in questi giorni non deve e non può lasciarci indiffe- renti, ma deve farci reagire con decisione. La cattiveria con la quale si è cercato di scorticare chi ha sbagliato, o chi la pensa diversamen­te, deve accendere le menti di chi crede ancora che nel nostro Cantone il dibattito civile e il dialogo siano dei valori cardine da difendere e non carta straccia. Chi sbaglia è giusto che risponda dei suoi errori, ma non c’è nessun bisogno di massacrarl­o. Se per contro, la maggioranz­a di questo paese continuerà ad assistere silenziosa al degrado del dibattito pubblico e alla sistematic­a denigrazio­ne dell’altro, si renderà correspons­abile dello sfacelo nel quale la nostra società sta pian piano sprofondan­do e non avrà nulla di cui lamentarsi.

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