2 ottobre 2017 Giornata internazionale della nonviolenza
Segue da pagina 20 Oggi le armi di distruzione di massa hanno raggiunto spaventose capacità e sul loro altare si sacrificano enormi risorse pubbliche sottratte alla cura dei bisogni e all’affermazione dei diritti umani per tutti. La crisi generale che stiamo vivendo (economica, sociale, politica) è sempre più grave. Oggi la vita stessa del pianeta è a rischio: crisi ecologica e crisi belliche rendono il futuro pericolosamente incerto. Per uscirne c’è bisogno di una nuova politica che Gandhi ci ha indicato rovesciando il motto “se vuoi la pace prepara la guerra” nel suo giusto verso “se vuoi la pace prepara la pace”. Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile del presente e del futuro dell’umanità, scegliendo di camminare con consapevolezza sulla strada della nonviolenza. Decisiva, nel pensiero di Gandhi, è la riflessione su “mezzi e fini”: non è il fine che conta, ma il metodo che scegli per raggiungerlo, perché in esso già prefiguri il fine. “Si dice: i mezzi in fin dei conti sono mezzi. Io dico: i mezzi in fin dei conti sono tutto”. Questa è la rivoluzione nonviolenta. Dunque, ancor più importante della pace di domani, è la scelta del disarmo di oggi, a partire dal ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile: eserciti e armi. Ma il tema del disarmo è il grande rimosso dall’agenda della politica. Anzi, in molti paesi stiamo assistendo ad un notevole aumento delle spese militari: miliardi sono buttati in armi anziché in ricerca, occupazione, servizi sociali, lotta alla povertà ed alla fame, educazione e istruzione, salvaguardia della giustizia e del rispetto dei diritti umani. Dunque, speriamo che il 2 ottobre possa almeno diventare non solo una nuova occasione di riflessione, ma anche di denuncia e di impegno nell’invertire questa pericolosa tendenza.