laRegione

2 ottobre 2017 Giornata internazio­nale della nonviolenz­a

- Di Luca Buzzi, Centro per la nonviolenz­a della Svizzera italiana

Segue da pagina 20 Oggi le armi di distruzion­e di massa hanno raggiunto spaventose capacità e sul loro altare si sacrifican­o enormi risorse pubbliche sottratte alla cura dei bisogni e all’affermazio­ne dei diritti umani per tutti. La crisi generale che stiamo vivendo (economica, sociale, politica) è sempre più grave. Oggi la vita stessa del pianeta è a rischio: crisi ecologica e crisi belliche rendono il futuro pericolosa­mente incerto. Per uscirne c’è bisogno di una nuova politica che Gandhi ci ha indicato rovesciand­o il motto “se vuoi la pace prepara la guerra” nel suo giusto verso “se vuoi la pace prepara la pace”. Ciascuno di noi deve sentirsi responsabi­le del presente e del futuro dell’umanità, scegliendo di camminare con consapevol­ezza sulla strada della nonviolenz­a. Decisiva, nel pensiero di Gandhi, è la riflession­e su “mezzi e fini”: non è il fine che conta, ma il metodo che scegli per raggiunger­lo, perché in esso già prefiguri il fine. “Si dice: i mezzi in fin dei conti sono mezzi. Io dico: i mezzi in fin dei conti sono tutto”. Questa è la rivoluzion­e nonviolent­a. Dunque, ancor più importante della pace di domani, è la scelta del disarmo di oggi, a partire dal ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile: eserciti e armi. Ma il tema del disarmo è il grande rimosso dall’agenda della politica. Anzi, in molti paesi stiamo assistendo ad un notevole aumento delle spese militari: miliardi sono buttati in armi anziché in ricerca, occupazion­e, servizi sociali, lotta alla povertà ed alla fame, educazione e istruzione, salvaguard­ia della giustizia e del rispetto dei diritti umani. Dunque, speriamo che il 2 ottobre possa almeno diventare non solo una nuova occasione di riflession­e, ma anche di denuncia e di impegno nell’invertire questa pericolosa tendenza.

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