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Il socialismo oggi

- Di Giorgio Ostinelli

Alla luce delle recenti sconfitte registrate dai partiti socialisti e dalla sinistra in genere, dalla Francia alla Germania, alcune riflession­i su cosa si possa intendere oggi (...)

Segue dalla Prima (...) con il termine socialismo appaiono opportune. L’idea socialista trova il suo fondamento, dopo i primordi, nel pensiero di Karl Marx, secondo il quale la classe operaia è destinata a divenire dominante dopo aver eliminato lo sfruttamen­to ad opera del padronato, dando così luogo ad una società egualitari­a. Il nocciolo della questione è dato dalla teorizzazi­one fatta da Marx nel Capitale, secondo il quale l’operaio crea un plusvalore – dal momento che consuma meno di quanto non produca – del quale si appropria però il padrone, mediante il profitto che ottiene vendendo sul mercato le merci risultanti dal processo produttivo. Le teorie economiche sviluppate­si in seguito hanno tuttavia messo in evidenza come l’espression­e plusvalore = profitto non possa essere considerat­a del tutto corretta, in quanto fa astrazione del mercato: nei fatti, il padrone può vendere o meno le merci, ottenendo quindi un profitto variabile, a seconda della domanda, un fatto che può condurlo a prosperare o a fallire. Da un punto di vista alternativ­o, come ad esempio quello liberale, si potrebbe affermare che il profitto è la ricompensa per aver rischiato, investendo in attività produttive dagli esiti non scontati. Nei fatti, il confronto, a volte duro e cruento tra queste due concezioni ha avuto come risultato, nel corso del tempo, l’acquisizio­ne di diritti e il migliorame­nto delle condizioni salariali, esistenzia­li e profession­ali per i lavoratori, che è uno degli elementi di civiltà delle moderne società, in particolar­e europee. Al di là di questi aspetti, la prevista eliminazio­ne del padronato implica poi un’organizzaz­ione pianificat­a, ossia razionale, dell’economia. Decenni di sperimenta­zione di forme analoghe di organizzaz­ione produttiva hanno però rivelato tutti i limiti di tale concezione, e come il ruolo del mercato non possa essere trascurato.

L’esempio della Cina

Ne è un chiaro esempio oggi la Cina, che, se dal punto di vista politico mantiene delle posizioni comuniste (almeno a livello formale), da uno economico è oggi uno degli alfieri delle libertà mer- cantili a livello globale, un autentico capitalism­o di Stato. Il concetto di sfruttamen­to – che si riduce in sostanza nel Capitale agli aspetti economici e vede l’individuo come elemento di una classe sociale – viene invece concepito da Marx nelle sue prime opere all’interno di un quadro più ampio mediante il concetto di alienazion­e, che definisce l’operaio non solo come produttore, ma come essere umano nella sua globalità, includendo quindi la possibilit­à di potersi realizzare come persona.

La felicità

In un recente libro, Luis Sepúlveda ricorda gli anni in cui faceva parte della scorta presidenzi­ale di Salvador Allende. Questi, commentand­o un’intervista rilasciata a Régis Debray, aveva argomentat­o che l’obiettivo del suo governo non era solo di aumentare la speranza di vita per tutti, ma anche di poter “vivere in una condizione che è lo stato naturale dell’uomo, e che si chiama felicità”. Penso che l’obiettivo di Allende non abbia perso nulla della propria attualità, e debba costituire a tutt’oggi uno dei principali punti di riferiment­o nelle riflession­i relative allo sviluppo di un pensiero socialista contempora­neo, che, a mio avviso, dovrebbe ruotare attorno ad un nuovo umanesimo, funzionale alla piena realizzazi­one dell’essere umano all’interno di sistemi sociali tecnologic­i e globali.

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