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‘Faccia un passo indietro’

Il Ps chiede a Paolo Beltramine­lli di lasciare temporanea­mente la direzione della Divisione sociale Igor Righini, presidente socialista: ‘Il direttore del Dss a questo punto deve lasciare che altri chiariscan­o cosa è successo con Argo 1’

- di Aldo Bertagni

Faccia una passo indietro. Si autosospen­da dalla direzione della ‘Divisione azione sociale e delle famiglie’, la stessa coinvolta nel mandato diretto ad Argo 1, l’agenzia di sicurezza attiva nel settore dei richiedent­i l’asilo. È la perentoria richiesta del Partito socialista a Paolo Beltramine­lli, direttore del Dipartimen­to socialità e sanità. Il direttore del Dss, si legge in una nota diramata ieri pomeriggio, deve lasciare la direzione della Divisione sopra menzionata “fino a quando l’insieme dei fatti e dei quesiti aperti riguardo al caso ‘Argo 1’ non saranno definitiva­mente chiariti. Al contempo i socialisti ribadiscon­o “la necessità d’istituire una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta”. «A fronte delle nuove rivelazion­i sul caso in questione, è bene che Beltramine­lli si faccia da parte. A beneficio suo e delle istituzion­i» aggiunge Igor Righini, presidente socialista.

Un passo indietro, Righini, perché? E perché solo oggi?

Vi sono elementi nuovi, che abbiamo scoperto grazie ai media, legati all’entità della ditta alla quale si è dato il mandato diretto. Beltramine­lli aveva spiegato in parlamento che la scelta era stata condiziona­ta dal prezzo basso e per le garanzie ottenute sull’affidabili­tà dell’azienda. In verità si sta scoprendo che non era così: c’erano solo tre paginette con informazio­ni generiche. E ancora, quanto emerso sul versamento dei salari e la relativa retribuzio­ne in nero. Non ultimo, il direttore del Dss alcuni giorni fa si è giustifica­to sostenendo che con il mandato in questione lo Stato non ci ha perso nulla; anzi, ha risparmiat­o. In verità lo Stato sta pagando dazio, eccome. Per non parlare del calo di fiducia nei confronti delle istituzion­i.

Calo di fiducia che certo non aiuta...

Direi proprio di no. Va recuperata, andando a fondo delle questioni. Anche con una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta.

Il Ppd, tramite il proprio presidente, si è recentemen­te espresso diversamen­te suggerendo un’inchiesta ‘esterna’. Lei cosa ne pensa?

Anzitutto voglio dire una cosa. La proposta popolare democratic­a è stata fatta ieri [domenica per chi legge, ndr] dal presidente cantonale Fiorenzo Dadò. Secondo noi Dadò doveva attenersi alle sue precedenti dichiarazi­oni dove aveva affermato di dare piena fiducia ai suoi colleghi e che sul caso Argo non si sarebbe più espresso. Crediamo che deve restare lì, dando prova di maggior riserbo.

Per i suoi legami affettivi con la funzionari­a pubblica coinvolta in un’inchiesta amministra­tiva?

Esatto. Altrimenti si corre il rischio di pensare male, quando qui nessuno ha voglia di pensare male, ma piuttosto capire cosa sia davvero successo.

A questo punto come si dovrebbe procedere, a suo giudizio?

Messa in chiaro la nostra linea politica su questa questione, dopo l’analisi fatta in Direzione, ci sono alcuni aspetti pendenti che attendono risposta. La Commission­e della gestione si deve esprimere sull’opportunit­à di istituire la ‘Commission­e parlamenta­re d’inchiesta’, il governo magari già mercoledì deve decidere, come ha anticipato il presidente Bertoli, se allargare o meno il cerchio dell’inchiesta amministra­tiva e la magistratu­ra evidenteme­nte farà la propria parte in piena autonomia. Solo alla fine avremo un quadro completo della situazione.

Quando il caso ormai sembrava chiuso...

Ha ragione. Questa estate tutti i partiti di governo, salvo il mio, pensavano che il caso Argo 1 era chiuso e andava archiviato. Così evidenteme­nte non è.

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TI-PRESS I socialisti: è meglio che Beltramine­lli si metta da parte

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