Ricorsi ‘pretestuosi’ e ‘privi di fondamento’: con un’iniziativa parlamentare il Plr propone sanzioni
I ricorsi “pretestuosi e privi di fondamento” vanno limitati. Lo chiede Graziano Crugnola (Plr) con un’iniziativa parlamentare generica inoltrata ieri al Consiglio di Stato. Il deputato ritiene che “vi sono casi in cui i ricorsi vengono inoltrati semplicemente per rallentare o ostacolare un progetto non gradito o, peggio ancora, per ottenere qualcosa in cambio in caso di ritiro del ricorso”. Questo tipo di atteggiamento “va sanzionato poiché le conseguenze dei ritardi causati dai ricorsi per chi desidera investire, siano essi privati o pubblici, possono essere devastanti”. Il diritto al ricorso è sacrosanto – rileva Crugnola – ma “abusarne non è corretto” e “può provocare costi importanti sia agli istanti, ma anche a chi è chiamato a gestirne la procedura”. Il riferimento è “all’importante impegno” in ore del servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato che nel 2016 ha evaso 453 ricorsi in materia edilizia, per un impegno totale quantificabile in 3’600 ore circa, e agli oltre 2 collaboratori a tempo pieno. Solo in ambito di pianificazione locale – si legge nell’iniziativa – oltre il 50% dei ricorsi sono stati accolti o parzialmente accolti. In ambito di Legge edilizia il tasso scende al 33%, e al 9% in ambito di Commesse pubbliche. Crugnola chiede di introdurre “sanzioni”: un deterrente potrebbe essere quello di “aumentare notevolmente” le spese ripetibili per quei ricorsi giudicati palesemente privi di fondamento o irricevibili. Per i ricorsi ritirati senza valida motivazione potrebbe invece essere richiesta la copertura totale delle spese amministrative fin lì sostenute.