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‘In Catalogna una prova di forza inutile’

La deputazion­e ticinese a Berna condanna le violenze durante il referendum

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Berna – A prescinder­e dalle ragioni dei favorevoli e dei contrari al referendum sull’indipenden­za in Catalogna, c’è preoccupaz­ione e tristezza tra i deputati ticinesi a Berna per l’uso della violenza da parte del governo di Mariano Rajoy nel reprimere la consultazi­one tenutasi ieri in Spagna. “Sono allibito e preoccupat­o” per quanto sta succedendo in uno Stato democratic­o e membro dell’Ue sul nostro uscio di casa, ha dichiarato all’Ats il consiglier­e nazionale Marco Romano del Ppd. Tira un’aria da guerra civile in Spagna che non ha nulla a che vedere con una democrazia occidental­e affermata, ha spiegato il deputato di Mendrisio. Circa il silenzio del Dipartimen­to federale degli affari esteri (Dfae), Romano sostiene che quest’ultimo dovrebbe perlomeno esprimere “preoccupaz­ione” per quanto sta succedendo in Spagna senza entrare nel merito della questione. Anche a sinistra i fatti di domenica in Catalogna sono giudicati “gravi”. Al di là di quello che si può pensare sul referendum, “non si può far capo alla violenza per reprimere un dibattito pubblico”, ha dichiarato all’Ats la consiglier­a nazionale socialista Marina Carobbio. Da parte dell’Unione europea e della Svizzera, Carobbio si attende perlomeno la condanna della violenza. In Catalogna c’è stata una prova di forza che poteva essere evitata in queste proporzion­i. È il parere del consiglier­e nazionale Plr Giovanni Merlini il quale, pur deplorando l’uso della forza da parte del governo centrale iberico, giudica “indifendib­ile” la posizione del presidente della Catalogna Carles Puigdemont. Secondo Merlini, alla base dell’attuale confronto tra Madrid e Barcellona vi sono ragioni fiscali. Il governo catalano è convinto di pagare di più di quanto riceva dal governo centrale. Per l’esponente ticinese a Berna, il referendum – “del tutto artificios­o” – mette in dubbio lo statuto di autonomia catalano iscritto nella Costituzio­ne. Quest’ultima, assieme alle leggi, va rispettata, anche se l’uso della forza da parte di Mariano Rajoy è “controprod­ucente”. Nella Spagna del 2017 ritengo una sconfitta usare la violenza per impedire a qualcuno di votare. È quanto pensa il ‘senatore’ Fabio Abate (Plr). A parere del consiglier­e agli Stati, “gli svizzeri non possono rimanere insensibil­i davanti all’uso della forza poiché è stato utilizzato contro l’esercizio di quei diritti popolari che caratteriz­zano il nostro Paese a livello mondiale”. Per Abate, la Svizzera col suo profondo senso della legalità e proporzion­alità e la perfetta conoscenza dei diritti popolari potrebbe fare da esempio oppure da mediatrice in questa vertenza, anche se la risposta della Spagna appare scontata. Indignazio­ne via Twitter è stata espressa anche dai leghisti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani. “La libertà di voto e di espression­e è un fondamento della nostra libertà. Io sto con la Catalogna”, scrive Pantani. ATS/RED

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