Chiudere, ‘la soluzione razionale’
Officine: fra le quattro varianti in discussione, la cessazione dell’attività sarebbe la preferita dalle Ferrovie Le Ffs vogliono che il Cantone si attivi acquistando i fondi su cui sorge l’attuale stabilimento nonché mettendo a disposizione dei terreni e
È zeppa di richieste al Cantone la strategia delle Ffs per le Officine del futuro. Giungiamo a questa conclusione sulla base di un recente documento interno dal quale emergono i contenuti delle trattative in corso tra Ffs e autorità cittadine e cantonali. Quattro le ipotesi di lavoro, ora precisate in questi termini: 1. Status quo (mantenimento dell’attuale stabilimento) per un investimento quantificato in 100 milioni di franchi. 2. ‘Prato verde’ col trasferimento in una zona da stabilire (Castione in pole position) per 355 milioni di franchi d’investimento. 3. Ottimizzazione della sede attuale a un costo di 130 milioni. 4. Chiusura delle attuali Officine che comporterebbe, si stima, un aggravio di 70 milioni. Le Ffs dicono chiaramente che, benché le autorità vi si oppongano, unicamente la chiusura definitiva dello storico stabilimento di Bellinzona sia da considerarsi “un’opzione razionale in chiave economicoaziendale”; la meno rischiosa ponderando tutti i fattori. Quanto alle altre opzioni, si calcola che tra dieci anni con le soluzioni 2 ‘Prato verde’ e 3 ‘Ottimizzazione’ le Officine impiegheranno 200 e rispettivamente 180 dipendenti: i quali aumenterebbero nel 2035 nel primo caso a 230 (se si trasferissero, come si pensa, a Castione) e che per contro resterebbero 180 nel prossimo ventennio nel caso in cui si investisse nell’attuale sede. Ma quanto si potrebbe recuperare dal sedime cittadino nel caso in cui si delocalizzasse? Le Ffs ritengono – e lo dicono in modo altrettanto esplicito – che la vendita della vasta area (circa 100mila metri quadrati) non compenserebbe gli investimenti supplementari richiesti per trasferire le attività (si pensa, nella migliore delle ipotesi, alla manutenzione dei treni Giruno, Tilo ed Etr) nella periferia della nuova Bellinzona. Inoltre, sia la soluzione ‘Prato verde’ sia l’ottimizzazione dell’attuale stabilimento sono considerate in contraddizione con gli obiettivi del piano di risparmio miliardario (su scala nazionale) portato avanti dall’ex regia (battezzato ‘Railfit’), nonché dall’incarico della proprietà.
‘E niente tassa sul plusvalore’
Gli approfondimenti esperiti dalle Ffs, partendo dalle quattro varianti menzionate, prospettano poi un supporto dello Stato, meglio definito nel caso di smantellamento delle attuali Officine e costruzione ex novo (con l’acquisto di un nuovo sedime). Le Ferrovie confidano infatti che il Cantone potrebbe acquistare i sedimi cittadini ora occupati a un prezzo migliore di quello che le Ffs riuscirebbero a ottenere mettendoli autonomamen-
te sul mercato. L’ex regia stima di conseguire risparmi (per decine e decine di milioni) anche grazie alla messa a disposizione, sempre da parte del Cantone e sempre a condizioni favorevoli, di un terreno – pronto per essere edificato – confacente ai nuovi bisogni delle ferrovie nel campo della manutenzione (a Castione). Ma le richieste al Cantone non finiscono qui. Infatti le Ffs vorrebbero che le autorità locali venissero loro incontro sia nel cambio di destinazione dell’attuale sedime delle Officine (che è peraltro ora vincolato a livello pianificatorio a ospitare un’attività industriale), sia rinunciando alla cosiddetta tassa sul valore immobiliare solitamente riscossa quando un Comune decide di inserire nella zona edificabile un terreno facendone notevolmente aumentare il valore. Lista dei desiderata dunque assai lunga, come dire: se davvero Cantone e Città volete la soluzione più costosa, mettete mano anche voi al portafoglio.