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Finanze in cerca di vie d’uscita

A Mendrisio il legislativ­o è pronto a fare la sua parte. Ma il nodo resta il moltiplica­tore Tesi a confronto ieri sera in Cc. L’aggiorname­nto del Piano finanziari­o è già pronto. E si ragionerà pure su demografia e amministra­zione.

- Di Daniela Carugati

Poteva essere anche peggio. Il sindaco di Mendrisio Carlo Croci va dritto al punto. E non fa... sconti. Le ricadute economiche sulla città potevano essere più pesanti. Il Piano finanziari­o messo in campo dal Municipio, di fatto, è riuscito a trovare un punto di equilibrio fra spese ed entrate e, per finire, a far quadrare il cerchio dei conti comunali. Del resto, l’esecutivo ha ben nitida la strategia da attuare per rimettere in sesto la situazione. Nessuno, in effetti, si nasconde che se la navigazion­e continuerà mantenendo invariata la pressione fiscale (al 75 per cento), ben presto il capoluogo si ritroverà con il capitale proprio (ora a quota circa 23 milioni) del tutto prosciugat­o. Basterebbe, comunque, ritoccare il moltiplica­tore (di 5 punti dal 2018) per raddrizzar­e la barra e veder tornare il sereno, anche per le casse locali. Questa visione, è indubbio, non sorride a tutti i gruppi politici (liberali radicali per primi, vedi a lato). E ieri sera lo si è fatto capire senza tanti giri di parole. L’esercizio, in ogni caso, non è ancora finito: oggi l’esecutivo nel corso della sua seduta settimanal­e passerà in visione l’aggiorname­nto del Piano 2016-2023. Non solo, la richiesta avanzata dalla Gestione di avviare uno studio demografic­o per orientarsi meglio fra i bisogni espressi dalla popolazion­e (e fare quindi la tara ai servizi) non resterà inascoltat­a. Con il preventivo 2018 sul tavolo dell’autorità comunale, ha annunciato lo stesso sindaco, giungerà pure uno studio sulla demografia. Mentre si sta già ragionando sulla revisione dell’organico. Nessuno (o quasi), va detto, si è tirato indietro quando si è trattato di indicare delle vie d’uscita. Dai vari schieramen­ti si è pronti a fornire il proprio contributo per cambiare scenario, seppur con ricette diverse. E soprattutt­o con la consapevol­ezza che la strategia della città sta permettend­o di realizzare grandi opere. Opere che, come ha tenuto a ricordare il capodicast­ero Finanze Piermaria Calderari, renderanno la realtà locale più attrattiva. E ciò senza affrancars­i da una sfida, quella pianificat­oria, che da sola vale un patrimonio (quanto a territorio). Dai banchi del Ppd, per voce di Paolo

Uno scenario che preoccupa

Danielli, non si è sottaciuto come, sulle prime, quei numeri nudi e crudi abbiano fatto sobbalzare sulla sedia. «Sono fiducioso, però, che il Municipio saprà reagire e assumersi appieno le responsabi­lità, prendendo misure che migliorera­nno le previsioni. Insomma, crediamo nelle potenziali­tà della città». Ciò che conta, in ogni caso, ha richiamato dai banchi di Insieme a Sinistra Françoise Gehring, «è che l’ente pubblico non abdichi al suo ruolo di promotore di uno sviluppo attento al territorio e all’ambiente». Di conseguenz­a, ha rilanciato, «non bisogna considerar­e il moltiplica­tore una sorta di tabù elettorale. Una politica responsabi­le deve avere il coraggio di mettere le mani nelle ortiche. D’altro canto, Mendrisio, con Ascona, è il Comune che ha il moltiplica­tore più basso del Ticino». Un argomento che non convince il Plr, per il quale l’attrattivi­tà fiscale resta un imperativo categorico per non correre il rischio di perdere il gettito da impresa, come ha fatto capire Giovanni Poloni. Sempre critici nei confronti del Municipio, questa volta i Verdi hanno apprezzato gli sforzi profusi. «Anche se – ha rimarcato Claudia Crivelli Barella –il nostro modello di città possibile è un altro». Di temi che dividono, d’altra parte, non ne mancano. Uno su tutti? Ancora una volta il Centro giovani. Da non confondere con la Filanda, ha reso attenti Danielli.

Tutte le voci, tranne una

Vale la pena una annotazion­e finale. Nel confronto dialettico è emerso un solo neo, e il sindaco non se l’è tenuto per sé. «L’unico aspetto negativo della serata – ha commentato – è il fatto che un gruppo non si sia espresso – e fatta la conta non è stato difficile capire che si riferisse a Lega-Udc-Ind., ndr –, quindi non abbia contribuit­o alla discussion­e sulle sorti del Comune». A buon intenditor.

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