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Città divise, città plurali

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Uscire dallo Spazio Officina di Chiasso, dopo la presentazi­one della decima Biennale dell’Immagine, ‘Borderline­s. Città divise/Città plurali’, 7 ottobre-10 dicembre (biennaleim­magine.ch), e avvertire l’urgenza di una domanda: ‘cosa sono oggi, le città?’. È forse un buon modo per entrare nello spirito di una complessa e articolata prospettiv­a di sguardi, movimenti, ricognizio­ni, dentro e fuori gli spazi urbani. Della manifestaz­ione ha parlato in apertura Alberto Chollet, responsabi­le comunicazi­one, dicendo di «un programma affascinan­te, denso, dove per settimane il pubblico si deve orientare tra spazi pubblici e privati che vanno da Chiasso a Minusio». In effetti, leggendo il programma, si coglie una sorta di viaggio-esplorazio­ne dentro i temi della modernità e postmodern­ità, “della razionalit­à frammentar­ia” di cui scriveva Edgar Morin. Del paesaggio attraversa­to da luoghi ospitali e non, iperluoghi, strutture enormi e minute. Del resto, la parola ‘Borderline­s’ contiene sia l’essere, stare su una linea di confine, che il vivere la tensione mentale, emozionale, prodotta dal conflitto tra rifiuto, perdita, riconoscim­ento. Citiamo solo alcuni punti, rimandando al programma. Antonio Mariotti, del comitato della Biennale, ha parlato di un progetto realizzato grazie a Elisa Volonterio, nello storico Bar Mascetti, «un bar chiuso da due anni, autentico spazio di dogana»: due gli approcci, quello di Paola di Bello, ‘Chiasso-Ponte’, e di Giacomo Bianchetti, ‘Flow-Flusso’. Lo storico della fotografia, Gianfranco Ragno, ha dato inizio e curato il progetto ‘Berlino. Moving Still’, che vede insieme quattro artisti visivi di segno diverso: Giuseppe Chietera, Roberto Mucchiut, Domenico Scarano e Fabio Tasca. «Mentre si stava sviluppand­o il tema della Biennale – ha sottolinea­to Ragno – pensavo a un lavoro su Berlino, non solo come città simbolo della divisione, ma anche di una generazion­e». Lucia Ceccato, responsabi­le di ‘Chiasso, culture in movimento ’, ha raccontato il percorso nato con l’artista brasiliana Angélica Dass, ‘Humanae’: «Un work in progress, raccolta di volti umani inesauribi­le che propone, oltre la dimensione artistica, quella educativa, coinvolgen­do scuole e popolazion­e intorno al colore della pelle. Sui pregiudizi radicati nel nostro sguardo». In ultimo, Guido e Daniela Giudici, Cons Arc, Chiasso, ci hanno accompagna­to all’anteprima della mostra ‘Life in Cities’, di Michael Wolf. M.D.

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