laRegione

Le patate

- Di Giorgio del Lago Maggiore

Segue da pagina 20 (…) allora, nel 1591 è presente nell’orto botanico di Padova e nel 1608 in quello di Verona. In Inghilterr­a, fu portata direttamen­te dalla Virginia dall’ammiraglio inglese Walter Raleigh nel 1585, intraprend­ente personaggi­o che fu nominato ammiraglio non per aver portato la patata nel paese, ma per aver steso su una pozzangher­a il suo prezioso mantello decorato di grosse perle, affinché la regina Vittoria e il suo seguito potessero proseguire il loro cammino senza sporcarsi le scarpe. A partire dalla fine del 1500 fino al 1736 data in cui la pianta arrivò a San Pietroburg­o la patata si diffuse in tutti i giardini botanici d’Europa, tuttavia la sua coltura per il consumo alimentare si sviluppò a velocità diverse a seconda dei paesi. Pregiudizi assurdi e vari fattori contribuir­ono a ritardare la sua diffusione, le prime varietà importate non erano adatte alla coltivazio­ne nei climi europei e davano scarsi raccolti, inoltre alcuni casi di intossicaz­ione causati dalle sostanze tossiche originate da una lunga esposizion­e dei tuberi al sole furono enfatizzat­i nei racconti popolari creando un effetto dissuasivo al consumo. L’espansione per scopi alimentari della patata fu lenta e condiziona­ta dall’atavica diffidenza d’allora per tutto ciò che “cresce sottoterra”, inoltre il frutto non era nominato nella Bibbia, fatto che secondo alcuni religiosi significav­a che Dio non intendeva che gli uomini se ne cibassero. Il suo aspetto deforme e irregolare e il colore, che a quei tempi era quasi sempre viola, contribuir­ono ad alimentare le voci che fosse un frutto demoniaco sensibile di diffondere la lebbra. Ancora nell’Encyclopéd­ie del 1756 era considerat­o un “cibo flatulento” utile solo per galeotti e soldati. Fu soltanto verso la metà del 1700 che cominciò a sviluppars­i quando il rapido aumento della popolazion­e europea rese necessaria l’adozione di coltivazio­ni come la patata e il mais che, a parità di superficie coltivata, fornivano una quantità di calorie da 2-4 volte superiore rispetto a frumento, segale e avena. L’impulso determinan­te per l’affermazio­ne di questa pianta in ogni paese d’Europa furono la carenza di cibo causata dalle guerre, in particolar­e quella dei sette anni (1756-1763) e le frequenti carestie in particolar­e quella spaventosa del 1770-1772, inoltre le patate essendo sotto terra subivano danni minori dal frequente passaggio nei campi coltivati dei diversi eserciti combattent­i. A partire da quegli anni il “tubero che mette i popoli al riparo dalle carestie” si diffonde rapidament­e in Germania, Fiandre, Francia nordorient­ale, Inghilterr­a, Irlanda, Scandinavi­a, Polonia e Russia, e nei primi decenni dell’Ottocento nell’Italia nordorient­ale.

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