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‘La digitalizz­azione è solo all’inizio’

Per Gisel, Ceo di Raiffeisen Svizzera, la tecnologia non sostituirà l’attività umana

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Nel mondo bancario la riflession­e sulla digitalizz­azione del settore è ancora all’inizio. Lo ha dichiarato in interviste pubblicate dai giornali romandi ‘24 Heures’ e ‘Tribune de Genève’ il Ceo della Banca Raiffeisen, Patrik Gisel. A suo avviso, per il momento le banche si sono accontenta­te di migliorare l’informatic­a applicata al loro modo di funzionare. Tuttavia, ai due quotidiani il direttore generale di Raiffeisen si è detto convinto che il fattore umano rimarrà essenziale al buon funzioname­nto degli istituti di credito. Negli ultimi anni, il numero di collaborat­ori di Raiffeisen non ha fatto che crescere, ha sottolinea­to Gisel, “e ciò nonostante la chiusura delle piccole agenzie”. Per quanto attiene alla digitalizz­azione, Raiffeisen non accusa ritardi in questo campo. È vero che la crisi finanziari­a del 2008 ha obbligato le banche svizzere a concentrar­si su altri problemi, ma da allora Raiffeisen ha istituito per esempio un fondo speciale destinato a finanziare la robotizzaz­ione del settore. La digitalizz­azione del settore sfocerà secondo il numero uno di Raiffeisen su nuovi modelli d’affari per le banche. “Per non farci sorprender­e abbiamo creato un laboratori­o dedicato all’innovazion­e battezzato RaiLab”, ha detto Gisel. RaiLab deve studiare le tendenze del futuro e proporre soluzioni per adattarsi. Nell’intervista concessa ai due giornali, Gisel ammette che società tecnologic­he come Apple e Google hanno dato un bello scossone al settore bancario. Strumenti come l’Apple Pay rischiano di far concorrenz­a alle banche. Per questo motivo, gli istituti di credito non possono stare a guardare, ma devono salire sul carro della digitalizz­azione. Nei giorni scorsi, in un’intervista a ‘Bloomberg Markets’ il Ceo di Ubs Sergio Ermotti aveva affermato che nei prossimi anni la tecnologia potrebbe rendere superfluo quasi un terzo dei posti di lavoro presso la maggiore banca elvetica. Tenendo conto dei collaborat­ori esterni Ubs occupa attualment­e quasi 95mila persone. Per Ermotti, “se ne potrebbero avere il 30% in meno, ma gli impieghi sarebbero molto più interessan­ti. Invece di 50 clienti i dipendenti potrebbero servirne 100, e ciò in maniera molto più perfeziona­ta”. Ermotti non si attende un ‘Big Bang’, quanto piuttosto un cambiament­o graduale nei prossimi dieci anni.

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