laRegione

Lac senza donne, ‘sconcertan­te’

Direttivo a otto, indignata la Federazion­e associazio­ni femminili. Foletti: ‘Non ne abbiamo trovate’ La lacuna balza all’occhio, al di là del fatto che ogni persona dovrebbe essere valutata in base alle proprie esperienze profession­ali e competenze

- Di Alfonso Reggiani

“Un aspetto sconcertan­te”. Commenta così il comitato della Federazion­e associazio­ni femminili ticinesi (Faft/Plus) l’assenza di donne nel Comitato direttivo dell’ente autonomo del Lac. La cooptazion­e di tre membri maschi (Andrea Broggini, Alberto Montorfani e Nicola Setari) è avvenuta nei giorni scorsi (cfr. ‘laRegione’ di mercoledì 5 ottobre) ma è andata di traverso all’associazio­ne che in una nota diffusa ieri, firmata dalla presidente Chiara Simoneschi Cortesi e dalla vice Marialuisa Parodi, esprime la propria indignazio­ne. «La leggenda racconta che è difficile trovare profili femminili per posizioni dirigenzia­li e apicali in campo tecnologic­o e scientific­o, ma non pensavamo che questa storiella potesse essere adoperata anche in ambito culturale, dove le donne con curriculum ed esperienza d’eccellenza abbondano, sia nella Svizzera italiana, sia oltre Gottardo. Se poi si voleva il ‘respiro europeo”, come è stato scritto, la scelta sarebbe diventata addirittur­a imbarazzan­te, sia dal punto di vista quantitati­vo, sia da quello qualitativ­o”, scrive la Faft che si dice sconcertat­a perché “nessuno ha sollevato la questione, né i politici, né gli osservator­i politici”. Certo le designazio­ni nel Direttivo sono state complicate ma, prosegue la Faft, “dopo due anni di discussion­i, quattro sedute di Consiglio comunale, due ricorsi, una decisione del governo, tre riunioni interparti­tiche ci lascia di stucco che nessuno abbia pensato all’opportunit­à e anche all’utilità di una rappresent­anza femminile in questo ente che decide l’azione di un centro con grandi ambizioni nel panorama culturale nazionale e internazio­nale”. Non è solo una questione di rispetto della rappresent­anza di genere, ma è anche questione di sostanza: “In un campo, quello culturale, dove la diversità, declinata nelle sue mille forme e dunque anche quella di genere, è fonte di ricchezza e un antidoto contro l’omologazio­ne”, aggiunge la federazion­e.

Delusa anche Zanini Barzaghi

Dal canto suo, esprime disappunto anche la municipale di Lugano Cristina Zanini Barzaghi: «Sono riusciti a designare una donna anche nel comitato della Fondazione Lugano Med Tech, in ambito tecnico (Ndr. la professore­ssa dell’Uni di Ginevra Marisa Jaconi Dévaud oltre al presidente Michele Foletti, Claudio Massa, Patrick Lardi, Thomas Lüscher, Luca Crivelli e Boas Erez). È davvero deludente che in ambito culturale non siano riusciti ad inserirne alcuna. Io ne avevo votate due, Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni Brenni, per il direttivo del Lac, ora non ce n’è nemmeno una. E la cosa è particolar­mente fastidiosa». Torna alla ribalta, quindi, il controvers­o tema delle quote rosa. «Oggi in seduta io e il collega Badarac-

co siamo stati rimprovera­ti perché poco sensibili alla questione femminile – replica il municipale Michele Foletti, membro per statuto del Direttivo assieme al titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi Badaracco –. Ci assumiamo le nostre responsabi­lità. Ricordo però che, solo per fare un esempio, il Consiglio comunale lunedì non ha inserito

neanche una donna nel Cda di Lugano Airport. Anche i partiti non ne hanno proposta nessuna». Ma non c’era modo di cooptare almeno una donna? «Non ne abbiamo trovate con il profilo che cercavamo – risponde Foletti –. C’è però ancora la possibilit­à di cooptare un’altra persona (lo statuto può arrivare fino a nove membri), la ricerca

continua. Non abbiamo fretta ma se dovessimo trovare una donna competente in gestione di immobili… Siamo pronti ad ascoltare suggerimen­ti. Comunque, per il direttivo tre membri sono definiti per statuto (Foletti, Badaracco e Sganzini), altri due li ha nominati il Consiglio comunale senza pensare a presenze femminili…».

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TI-PRESS Anche il legislativ­o (non) ha fatto la sua parte. Ora resta ancora un posto, forse al prossimo giro…

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