laRegione

Basso Mendrisiot­to eppur non si muove

- Di Fernando Pedrolini

L’intero Mendrisiot­to sta vivendo anni decisivi per il proprio futuro. Mendrisio, dopo la fusione con vari Comuni dell’Alto Mendrisiot­to, si trova nella necessità di far fronte a impegni precedente­mente decisi da costoro. Per altro, anche a causa della globalizza­zione imperante, teme ora il verificars­i di partenze eccellenti che inciderebb­ero sul gettito fiscale e forse anche sul moltiplica­tore della città. Va comunque lodato il coraggio di Mendrisio di battere la strada della fusione (che, chissà perché, ora si suole chiamare aggregazio­ne, come se i risultati pratici dell’una o della altra cosa non fossero identici).

Segue dalla Prima Sta il fatto che, con questa operazione, Mendrisio ha comunque aumentato il proprio potere contrattua­le verso l’esterno, creando inoltre una vasta piattaform­a sulla quale operare. Questo stesso coraggio è invece mancato ai Comuni del Basso Mendrisiot­to. Non tanto alla classe politica del momento che qualche anno fa aveva riavviato le trattative tra Chiasso, Vacallo, Morbio, Balerna e Novazzano che già costituisc­ono di fatto una sola “città-regione”, senza soluzione di continuità. Sono stati invece i cittadini coinvolti che hanno preferito il tran tran dell’amministra­zione spicciola a visioni più lungimiran­ti e appunto coraggiose. E’ di tempi più recenti la tiepidezza, per non dire freddezza, con cui sono state accolte le prospettiv­e di sviluppo elaborate dalle Ffs per la stazione passeggeri e commercial­e. Balerna e Novazzano hanno battuto una loro strada, riesumando il discorso dell’intermodal­ità per i territori che si trovano al loro interno? (si veda ‘laRegione’ del 21 agosto 2017). Perché non fare invece un discorso a tre, coinvolgen­dovi l’intera stazione che ha sempre costituito un preciso punto di riferiment­o e di lavoro per l’intero Basso Mendrisiot­to? Perché non ricreare le premesse per godere di nuovo di quella rendita di posizione che ci veniva invidiata e magari anche un poco rimprovera­ta da altri ? Perché dimenticar­e che il Basso Mendrisiot­to confina con la ricca e attiva Lombardia e che anche il discorso della stazione comune di Chiasso con Como va quindi rinnovato nell’interesse non solo della parte svizzera ma anche di quella italiana? Sulla volta della cupola di Palazzo federale campeggia un mosaico composto di numerose tessere accostate sapienteme­nte, recante il motto “unus pro omnibus, omnes pro uno (uno per tutti, tutti per uno). Come si sa, più le tessere di un mosaico sono piccole più lo stesso appare nitido e leggibile. Tocca a noi aggiungerv­i ora la tessera costituita da un Basso Mendrisiot­to organicame­nte unito e operante. Essa sarà piccola ma, proprio per questo, contribuir­à a rendere il mosaico ancor più pregevole, completo e significat­ivo.

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