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‘Il Cantone ci aiuti a riqualific­are’

Samuele Censi, presidente della Regione Moesa, sul ‘no’ di San Vittore ad accogliere più industrie

- Di Samantha Ghisla

Dopo il ‘no’ di San Vittore ad ampliare la zona industrial­e, il presidente della Regione Moesa Samuele Censi guarda al futuro: ‘Meglio investire su alcune di quelle già esistenti’.

La settimana successiva alla decisione assemblear­e, Censi spiega i prossimi passi. Verrà chiesto un aiuto al Cantone per migliorare quanto già presente nei Comuni che si diranno interessat­i. Obiettivo: dare valore aggiunto e migliorare così l’attuale situazione.

Con la decisione presa all’inizio della scorsa settimana, l’assemblea di San Vittore ha messo la parola fine a un progetto di sviluppo della zona industrial­e di cui si parlava da ormai un decennio, promosso dal Cantone in collaboraz­ione con Comune, Regione Mesolcina, Armasuisse (proprietar­ia di una parte dei terreni) e Seco. E ora, cosa succederà? Lo abbiamo chiesto al presidente della Regione Moesa Samuele Censi che “a mente fredda” a una decina di giorni da quel voto ci spiega in un’intervista sfide, impegni e opportunit­à future di Mesolcina e Calanca. L’esito del voto di San Vittore non è stata una sorpresa per Censi – in particolar­e consideran­do la campagna elettorale del nuovo Municipio e le attività a difesa del Piano organizzat­e negli ultimi anni – che spiega di rispettare quanto deciso e si dice anzi sollevato che finalmente in merito sia stata presa una decisione, da cui ripartire. «Se il Cantone ci teneva davvero, avrebbe dovuto velocizzar­e i tempi. Invece con il passare degli anni si è rafforzato il malcontent­o», fa notare. Prima di volgere lo sguardo al futuro, risulta però fondamenta­le guardare al passato e in particolar­e capire il contesto in cui è nato il progetto di ampliament­o della zona industrial­e di San Vittore. Come ricorda Censi, nel 2007 le premesse erano diverse. «Il Cantone puntava a un unico comune di valle. In tale contesto aveva maggiormen­te senso focalizzar­e l’attenzione su una zona industrial­e come quella di San Vittore, situata all’imbocco della Mesolcina e nelle vicinanze del Ticino», sottolinea Samuele Censi. Il Cantone voleva cioè contribuir­e allo sviluppo di un’unica vasta zona artigianal­e per l’intero comune di valle che negli anni non si è però concretizz­ato (l’unica aggregazio­ne divenuta nel frattempo realtà in Mesolcina riguarda la fusione di Grono, Leggia e Verdabbio, oltre al nuovo Comune di Calanca) e nemmeno a breve termine sembra essere all’orizzonte. «Esistono ancora 12 Comuni che contano un totale di 8’500 abitanti. Il Cantone deve prenderne atto e valutare se promuovere lo sviluppo di 2 o 3 zone industrial­i/artigianal­i esistenti. Progetti recentemen­te bocciati alle urne, come la candidatur­a per i giochi olimpici, il Parc Adula o la Riforma sul turismo, ci hanno insegnato che i grandi progetti fanno paura al popolo. La politica dei piccoli passi porta invece più lontano».

A breve contatto con tutti i Comuni e incontro con Parolini

Questa dunque la proposta di Censi, che prossimame­nte incontrerà il capo del Dipartimen­to dell’economia pubblica e socialità dei Grigioni Jon Domenic Parolini per avanzare tale richiesta. «Ora il Cantone deve aiutarci e supportarc­i nel portare avanti altri progetti». Minori rispetto a quello di San Vittore, ma non per questo poco importanti per lo sviluppo di queste zone, fa notare Censi spiegando che la Regione prenderà contatto con tutti i Comuni per capire se hanno interesse ad avere un potenziame­nto o uno sviluppo in questo ambito. Si tratterà soprattutt­o dei Comuni situati sul fondovalle che già attualment­e dispongono di un’area dedicata ad attività industrial­i e artigianal­i. «Più che ampliare tali zone – aggiunge Censi – direi che è importante riqualific­arle. Abbiamo degli spazi vetusti che con l’aiuto finanziari­o del Cantone potrebbero essere riqualific­ate portando così del valore aggiunto all’intera Regione».

‘Fondamenta­le per l’indotto economico’

«Benvengano altri progetti legati allo sport, al turismo, alla cultura e ai servizi (temi contenuti nell’Agenda 2030 di cui riferiamo nell’articolo sotto, ndr) ma come qualsiasi regione e comune abbiamo bisogno di indotto economico e posti di lavoro», spiega il presidente della Regione Moesa. L’obiettivo, continua, «è portare il maggior benessere possibile per la nostra gente». Censi cita l’esempio del Bellinzone­se, che in tempi recenti sta tra le altre cose puntando sulla ricerca in biomedicin­a. «Bisogna essere realisti e mettere sul piano tutti gli elementi: non possiamo privarci di attività industrial­i, pur limitandol­e entro certi limiti». L’appello è dunque al sostegno cantonale per poter ospitare progetti innovativi.

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TI-PRESS Alcune industrie nella Bassa Mesolcina Samuele Censi

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