Scuola che verrà, ‘sperimentiamola’
Insegnanti, sindacati e associazioni magistrali sulla Scuola che verrà. Ma chiedono più coinvolgimento
Insegnanti, associazioni magistrali, sindacati e studenti scrivono al Decs e alla Scolastica: ‘Consenso di massima’ sulla fase test della riforma. Ma pretendono più coinvolgimento.
La fase test della riforma incassa il via libera del mondo della scuola, che la vorrebbe di quattro anni
“Vi è un consenso di massima sulla proposta di avviare una sperimentazione” della riforma della scuola dell’obbligo ticinese. A metterlo nero su bianco è il ‘Forum delle associazioni degli insegnanti e della scuola’ in una lettera indirizzata al Consiglio di Stato, al Dipartimento competente e alla Commissione scolastica del parlamento, attualmente impegnata nell’esame del messaggio relativo alla fase test della ‘Scuola che verrà’. Un via libera che, sebbene condizionato a “una serie di misure” di cui occorrerebbe tener conto, fa decisamente notizia: il Forum rappresenta infatti tutte le associazioni di docenti, magistrali, sindacati e studenti che – ognuna a modo suo – si erano fatte parecchio sentire in fase di consultazione sul progetto di riforma. Tant’è che nella missiva, in sede di premessa, si “esprime un apprezzamento generale per la scelta di attenuare, in alcuni casi di far cadere o sospendere, alcuni dei provvedimenti inizialmente previsti” dal Dipartimento (come ad esempio la riorganizzazione della griglia oraria in blocchi e sequenze). Perciò luce verde alla prova nelle sei sedi scelte, con alcuni distinguo, come dicevamo poc’anzi. “Il dialogo fra Decs e mondo della scuola deve necessariamente essere migliorato e le modalità di conduzione della riforma fin qui adottate devono essere riviste”. In particolare, vi è l’“esigenza” di “garantire un coinvolgimento reale degli insegnanti, dei quadri scolastici e delle organizzazioni magistrali e studentesche”. Una richiesta che dovrebbe valere anche per il nuovo ‘Piano di studio’, recentemente implementato. Sul “dispositivo” previsto dalla riforma invece il Forum chiede di “riflettere insieme” su “alcune preoccupazioni”. In primis sul “senso” e sulle “finalità” delle nuove forme didattiche previste (laboratori, atelier, settimane-progetto); occorrerà poi domandarsi “quale ruolo” dovrà assumersi il consulente didattico e il coordinatore di sede, nuove figure introdotte dalla riforma; bisognerà pure discutere delle “modalità” e dei “criteri” con cui “distribuire le risorse previste per incentivare la collaborazione tra docenti”; e infine (ri)valutare lo strumento della cartella dell’allievo nelle scuole comunali, “tenuto conto delle osservazioni critiche avanzate l’anno scorso dai docenti di diverse sedi”. Per quanto concerne invece la sperimentazione, il Forum la vorrebbe di quattro anni (“corrispondenti alla naturale durata di un intero ciclo di scuola media”) come previsto inizialmente, anziché di tre. Inoltre, chiede una valutazione a 360 gradi dei risultati della fase pilota (non solo sull’acquisizione delle competenze da parte degli allievi, ma anche sulle condizioni di lavoro degli insegnanti) e sollecita il “ruolo attivo” del mondo della scuola nel tirarne le conseguenze.