Domina il Lugano L’Ambrì non segna
L’Ambrì spinge, suda e crea, ma alla fine si deve arrendere. E lo Zugo si salva, anche grazie all’estro dei suoi ‘big’.
Convincente vittoria dei bianconeri a Ginevra in una partita condotta in porto senza problemi. L’Ambrì, invece, perde in casa contro lo Zugo nonostante 46 conclusioni.
Ambrì – Quarantasei tiri sono tanti. Anzi, sono addirittura un’enormità in una partita. Eppure non bastano all’Ambrì di Luca Cereda per venire a capo di uno Zugo che per più o meno metà partita guarda i ticinesi giocare. Prima di decidere di aumentare i giri del motore per chiudere i conti nel terzo tempo, segnando tre gol in sei minuti. Quando, però, l’Ambrì ha ormai smesso di crederci. In una partita in cui tutto ciò che poteva andar male, va male sul serio. Quasi a certificare la veridicità degli aforismi riassunti nell’ormai celeberrima legge di Murphy.
Non bastano 46 tiri (!) contro 19. Per i biancoblù è dura perdere così.
Senza dover dare la colpa solo alla sfortuna, fino a un certo punto – sostanzialmente fino allo 0-1 di Lammer al 39’43’’, un gol che più beffardo non si può – i biancoblù sembrano aver tutto ciò che serve loro per portare a termine lo show iniziato sin dalle prime battute. In una serata in cui i biancoblù fanno sostanzialmente tutto giusto, limitando al minimo gli errori e dando fondo alle loro riserve d’energia. Ciò che la Valascia dimostra naturalmente di apprezzare, ricambiando con applausi a scena aperta durante il tempo di mezzo. Il problema, però, è che tutta quella mole di lavoro, tutto quel prodigarsi, alla fin fine non si
La montagna di conclusioni verso la porta del Bienne ha partorito il topolino di una sola rete
traduce nell’unica cosa che serve per vincere le partite, cioè le reti. Nonostante gran parte delle conclusioni dei ticinesi – specialmente nel primo tempo – partano dal miglior punto possibile, quindi dalla parte centrale del terzo ospite, non dai lati. E sono tanti, quei tiri. Ben venti contro quattro, mentre Benjamin
Conz è sostanzialmente a riposo nei primi 20’ minuti. Nel tempo di mezzo si cambia campo, ma la musica rimane la stessa. Non solo. Infatti, in avvio, prima il blocco di Lauper, poi quello di Trisconi riescono a schiacciare letteralmente lo Zugo nel suo terzo. E a quel punto, forse, gli uomini di Kreis capiscono
di averne abbastanza: piano piano, ma inesorabilmente, la partita comincia a sfuggire di mano ai leventinesi. Specialmente dopo che, a metà partita, l’Ambrì spreca un’altra doppia superiorità, dopo quella del primo tempo. Un Ambrì che al tirar delle somme pagherà l’inefficacia del proprio powerplay: nessun gol in 9’39’’ complessivi in superiorità numerica, di cui due minuti e mezzo in doppia. Mentre allo Zugo per portare a casa i tre punti basta forzare un po’ il talento degli uomini che ha nella sua prima linea, affidandosi poi alla sfortunatissima autorete di Collenberg. Dura davvero, perdere così.