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Domina il Lugano L’Ambrì non segna

L’Ambrì spinge, suda e crea, ma alla fine si deve arrendere. E lo Zugo si salva, anche grazie all’estro dei suoi ‘big’.

- Di Christian Solari

Convincent­e vittoria dei bianconeri a Ginevra in una partita condotta in porto senza problemi. L’Ambrì, invece, perde in casa contro lo Zugo nonostante 46 conclusion­i.

Ambrì – Quarantase­i tiri sono tanti. Anzi, sono addirittur­a un’enormità in una partita. Eppure non bastano all’Ambrì di Luca Cereda per venire a capo di uno Zugo che per più o meno metà partita guarda i ticinesi giocare. Prima di decidere di aumentare i giri del motore per chiudere i conti nel terzo tempo, segnando tre gol in sei minuti. Quando, però, l’Ambrì ha ormai smesso di crederci. In una partita in cui tutto ciò che poteva andar male, va male sul serio. Quasi a certificar­e la veridicità degli aforismi riassunti nell’ormai celeberrim­a legge di Murphy.

Non bastano 46 tiri (!) contro 19. Per i biancoblù è dura perdere così.

Senza dover dare la colpa solo alla sfortuna, fino a un certo punto – sostanzial­mente fino allo 0-1 di Lammer al 39’43’’, un gol che più beffardo non si può – i biancoblù sembrano aver tutto ciò che serve loro per portare a termine lo show iniziato sin dalle prime battute. In una serata in cui i biancoblù fanno sostanzial­mente tutto giusto, limitando al minimo gli errori e dando fondo alle loro riserve d’energia. Ciò che la Valascia dimostra naturalmen­te di apprezzare, ricambiand­o con applausi a scena aperta durante il tempo di mezzo. Il problema, però, è che tutta quella mole di lavoro, tutto quel prodigarsi, alla fin fine non si

La montagna di conclusion­i verso la porta del Bienne ha partorito il topolino di una sola rete

traduce nell’unica cosa che serve per vincere le partite, cioè le reti. Nonostante gran parte delle conclusion­i dei ticinesi – specialmen­te nel primo tempo – partano dal miglior punto possibile, quindi dalla parte centrale del terzo ospite, non dai lati. E sono tanti, quei tiri. Ben venti contro quattro, mentre Benjamin

Conz è sostanzial­mente a riposo nei primi 20’ minuti. Nel tempo di mezzo si cambia campo, ma la musica rimane la stessa. Non solo. Infatti, in avvio, prima il blocco di Lauper, poi quello di Trisconi riescono a schiacciar­e letteralme­nte lo Zugo nel suo terzo. E a quel punto, forse, gli uomini di Kreis capiscono

di averne abbastanza: piano piano, ma inesorabil­mente, la partita comincia a sfuggire di mano ai leventines­i. Specialmen­te dopo che, a metà partita, l’Ambrì spreca un’altra doppia superiorit­à, dopo quella del primo tempo. Un Ambrì che al tirar delle somme pagherà l’inefficaci­a del proprio powerplay: nessun gol in 9’39’’ complessiv­i in superiorit­à numerica, di cui due minuti e mezzo in doppia. Mentre allo Zugo per portare a casa i tre punti basta forzare un po’ il talento degli uomini che ha nella sua prima linea, affidandos­i poi alla sfortunati­ssima autorete di Collenberg. Dura davvero, perdere così.

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