Pasti caldi... da molto lontano: ‘Non c’erano alternative’
Sulle migliaia di chilometri macinati, attraversando il cantone, per portare i pasti ai richiedenti asilo – quando c’erano soluzioni più semplici e pragmatiche – abbiamo interpellato il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. Per Renato Bernasconi la fornitura pasti per richiedenti l’asilo è un tema sensibile: «Le abitudini alimentari dei richiedenti l’asilo, peraltro provenienti da differenti nazioni e culture, erano molto variegate e non tutte le proposte della cucina ticinese sono gradite. Occorre pertanto trovare il giusto equilibrio affinché questa fondamentale prestazione per il loro benessere soddisfi gli ospiti presenti nei centri». Oltre ai gusti ci sono anche aspetti logistici: «Altre criticità nella gestione dell’approvvigionamento erano legate al fatto che occorreva garantire una fornitura 365 giorni all’anno tre volte al giorno. L’esperienza fatta ha evidenziato che fornitori di pasti attivi a livello di catering si sono dimostrati più adeguati e flessibili rispetto ai ristoranti».
Per 3 mesi (da dicembre 2015 a febbraio 2016), i pasti alla PCi di Camorino venivano forniti da un attiguo ristorante (per 18 fr. a persona). Repentinamente l’incarico viene tolto e affidato ad un esercente di Chiasso (per 25 fr. a persona). Non c’era una soluzione in zona?
L’interruzione della collaborazione con il ristorante è stata presa dopo alcuni tentativi di risoluzione di problematiche riscontrate nella fornitura dei pasti che non è stato possibile risolvere in modo soddisfacente. La decisione è stata condivisa con uno dei proprietari e i termini di disdetta della collaborazione sono stati concordati tra le parti.
Perché non è stato cercato un catering o una mensa in zona?
Non sono state trovate alternative locali che fornissero sufficienti garanzie di capacità e flessibilità nella fornitura di pasti per richiedenti l’asilo. È stato contattato l’esercente del Mendrisiotto per due motivi: aveva già un’esperienza diretta con la gestione di richiedenti l’asilo in pensione e dei relativi pasti e inoltre aveva fornito i pasti durante la permanenza presso la PCi di Lodano svolgendo il proprio compito in modo rapido e adeguato.
Corrisponde al vero che con i fornitori dei pasti non c'era contratto?
C’erano corrispondenze sul contenuto del servizio, i rapporti erano gestiti in modo bonale, senza una perfezione nella forma: una pragmatica via di mezzo.
Nel 2016 il Dss ha pagato all’esercente del Mendrisiotto per i suoi servizi di catering a Camorino 355mila franchi, più 61mila per Rivera: perché non è stato fatto un concorso come imporrebbe la legge?
Per quanto attiene agli aspetti formali, ricordo che nell’esaustivo intervento in Parlamento del direttore Beltraminelli il 13 marzo, è stato indicato che tutte le attribuzioni di mandati erano state fatte in modo diretto in quanto occorreva garantire la continuità operativa dei centri nell’ambito dell’esecuzione di un compito ordinario, caratterizzato dall’esigenza di disporre di flessibilità e tempestività nell’esecuzione dei compiti.
A marzo di quest’anno (dopo la bufera sul caso Argo) la fornitura pasti è stata tolta all’esercente del Mendrisiotto, per darla alle mense scolastiche e dell’Osc: può spiegarci perché?
A marzo, il Dss ha sottoposto al Consiglio di Stato una risoluzione governativa con la quale sono state formalizzate tutte le collaborazioni in essere per quanto attiene alla fornitura di prestazioni necessarie al funzionamento della PCi di Camorino (pasti, lavanderia centro e ospiti). Per la fornitura dei pasti, è stato precisato che vi erano riflessioni in corso volte ad attribuire a servizi cantonali tale compito. A fronte di questa valutazione proposta dal Dss, il consigliere di Stato Manuele Bertoli ha dato la propria disponibilità a fornire i pasti al centro di Camorino tramite la refezione scolastica.
Allora c’erano alternative... non si poteva decidere prima in questo senso?
Stiamo parlando di un periodo di gestione cantonale straordinaria e provvisoria a seguito dell’impossibilità di far capo a pensioni e alla conseguente necessità di trovare centri provvisori per richiedenti l’asilo che esulavano dalla normale prassi di attribuzione alla Croce Rossa, in quanto non vi erano più centri Crs a disposizione. I centri provvisori sono stati per un periodo prolungato itineranti e con diverse dislocazioni sul territorio cantonale. Negli accordi con gli enti locali di riferimento vi è sempre stata l’esplicita richiesta di collaborare se possibile con fornitori locali nell’ottica di favorire l’economia e l’accettazione locale della presenza di migranti. Ciò è avvenuto dapprima a Lumino, a Peccia e anche a Camorino in un primo momento.
Oggi dunque sono le mense a cucinare per la PCi di Camorino?
Si è proceduti ad una fase di sperimentazione e da qualche tempo disponiamo di un buon servizio. Considerato che la mensa scolastica non fornisce pasti la domenica, per questo giorno ci si è rivolti al servizio pasti dell’Osc, fornitore da diversi anni del Centro Registrazione Procedura di Chiasso (Confederazione). In questo modo l’Amministrazione cantonale ha potuto sfruttare positivamente le sinergie interne ai Dipartimenti, delegando questo compito all’interno dei servizi dello Stato.