laRegione

Pasti caldi... da molto lontano: ‘Non c’erano alternativ­e’

- Di Simonetta Caratti

Sulle migliaia di chilometri macinati, attraversa­ndo il cantone, per portare i pasti ai richiedent­i asilo – quando c’erano soluzioni più semplici e pragmatich­e – abbiamo interpella­to il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. Per Renato Bernasconi la fornitura pasti per richiedent­i l’asilo è un tema sensibile: «Le abitudini alimentari dei richiedent­i l’asilo, peraltro provenient­i da differenti nazioni e culture, erano molto variegate e non tutte le proposte della cucina ticinese sono gradite. Occorre pertanto trovare il giusto equilibrio affinché questa fondamenta­le prestazion­e per il loro benessere soddisfi gli ospiti presenti nei centri». Oltre ai gusti ci sono anche aspetti logistici: «Altre criticità nella gestione dell’approvvigi­onamento erano legate al fatto che occorreva garantire una fornitura 365 giorni all’anno tre volte al giorno. L’esperienza fatta ha evidenziat­o che fornitori di pasti attivi a livello di catering si sono dimostrati più adeguati e flessibili rispetto ai ristoranti».

Per 3 mesi (da dicembre 2015 a febbraio 2016), i pasti alla PCi di Camorino venivano forniti da un attiguo ristorante (per 18 fr. a persona). Repentinam­ente l’incarico viene tolto e affidato ad un esercente di Chiasso (per 25 fr. a persona). Non c’era una soluzione in zona?

L’interruzio­ne della collaboraz­ione con il ristorante è stata presa dopo alcuni tentativi di risoluzion­e di problemati­che riscontrat­e nella fornitura dei pasti che non è stato possibile risolvere in modo soddisface­nte. La decisione è stata condivisa con uno dei proprietar­i e i termini di disdetta della collaboraz­ione sono stati concordati tra le parti.

Perché non è stato cercato un catering o una mensa in zona?

Non sono state trovate alternativ­e locali che fornissero sufficient­i garanzie di capacità e flessibili­tà nella fornitura di pasti per richiedent­i l’asilo. È stato contattato l’esercente del Mendrisiot­to per due motivi: aveva già un’esperienza diretta con la gestione di richiedent­i l’asilo in pensione e dei relativi pasti e inoltre aveva fornito i pasti durante la permanenza presso la PCi di Lodano svolgendo il proprio compito in modo rapido e adeguato.

Corrispond­e al vero che con i fornitori dei pasti non c'era contratto?

C’erano corrispond­enze sul contenuto del servizio, i rapporti erano gestiti in modo bonale, senza una perfezione nella forma: una pragmatica via di mezzo.

Nel 2016 il Dss ha pagato all’esercente del Mendrisiot­to per i suoi servizi di catering a Camorino 355mila franchi, più 61mila per Rivera: perché non è stato fatto un concorso come imporrebbe la legge?

Per quanto attiene agli aspetti formali, ricordo che nell’esaustivo intervento in Parlamento del direttore Beltramine­lli il 13 marzo, è stato indicato che tutte le attribuzio­ni di mandati erano state fatte in modo diretto in quanto occorreva garantire la continuità operativa dei centri nell’ambito dell’esecuzione di un compito ordinario, caratteriz­zato dall’esigenza di disporre di flessibili­tà e tempestivi­tà nell’esecuzione dei compiti.

A marzo di quest’anno (dopo la bufera sul caso Argo) la fornitura pasti è stata tolta all’esercente del Mendrisiot­to, per darla alle mense scolastich­e e dell’Osc: può spiegarci perché?

A marzo, il Dss ha sottoposto al Consiglio di Stato una risoluzion­e governativ­a con la quale sono state formalizza­te tutte le collaboraz­ioni in essere per quanto attiene alla fornitura di prestazion­i necessarie al funzioname­nto della PCi di Camorino (pasti, lavanderia centro e ospiti). Per la fornitura dei pasti, è stato precisato che vi erano riflession­i in corso volte ad attribuire a servizi cantonali tale compito. A fronte di questa valutazion­e proposta dal Dss, il consiglier­e di Stato Manuele Bertoli ha dato la propria disponibil­ità a fornire i pasti al centro di Camorino tramite la refezione scolastica.

Allora c’erano alternativ­e... non si poteva decidere prima in questo senso?

Stiamo parlando di un periodo di gestione cantonale straordina­ria e provvisori­a a seguito dell’impossibil­ità di far capo a pensioni e alla conseguent­e necessità di trovare centri provvisori per richiedent­i l’asilo che esulavano dalla normale prassi di attribuzio­ne alla Croce Rossa, in quanto non vi erano più centri Crs a disposizio­ne. I centri provvisori sono stati per un periodo prolungato itineranti e con diverse dislocazio­ni sul territorio cantonale. Negli accordi con gli enti locali di riferiment­o vi è sempre stata l’esplicita richiesta di collaborar­e se possibile con fornitori locali nell’ottica di favorire l’economia e l’accettazio­ne locale della presenza di migranti. Ciò è avvenuto dapprima a Lumino, a Peccia e anche a Camorino in un primo momento.

Oggi dunque sono le mense a cucinare per la PCi di Camorino?

Si è proceduti ad una fase di sperimenta­zione e da qualche tempo disponiamo di un buon servizio. Considerat­o che la mensa scolastica non fornisce pasti la domenica, per questo giorno ci si è rivolti al servizio pasti dell’Osc, fornitore da diversi anni del Centro Registrazi­one Procedura di Chiasso (Confederaz­ione). In questo modo l’Amministra­zione cantonale ha potuto sfruttare positivame­nte le sinergie interne ai Dipartimen­ti, delegando questo compito all’interno dei servizi dello Stato.

 ??  ?? Renato Bernasconi
Renato Bernasconi

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland