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I mille colori dell’autunno

Che cosa sono i funghi?

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I funghi sono curiosi vegetali che fanno parte di un regno molto particolar­e. Un regno che comprende oltre 100mila specie, anche se alcuni recenti studi stimano che ne esistano oltre 3 milioni. I funghi sono privi di clorofilla, e la mancanza di questa sostanza li costringe a particolar­i adattament­i fisiologic­i per assolvere alla funzione nutritiva. In parole povere: devono procurarsi le sostanze alimentari complesse prodotte da altri organismi vegetali e animali.

Esistono vari funghi:

Ci sono i “parassiti”, che vivono a spese di altri esseri viventi e che portano gradualmen­te alla morte dell’ospite. Esistono i parassiti obbligati e quelli facoltativ­i (questi ultimi muoiono con la pianta). Alcuni di questi funghi hanno creato delle vere e proprie strategie di sopravvive­nza: parliamo dei funghi “predatori”. Intrappola­no animali microscopi­ci che si trovano nelle loro vicinanze. La strategia di predazione più comune che si osserva è la secrezione di sostanze adesive da parte delle ife, cosicché gli organismi che vi passano sopra rimangono intrappola­ti. Una volta immobilizz­ata la preda, le ife la invadono rapidament­e, accrescend­osi e ramificand­osi al suo interno e assorbendo le sostanze nutritive fino a provocarne la morte.

I “simbionti” sono un ottimo esempio per descrivere la solidariet­à naturale: nella simbiosi i funghi traggono importanti sostanze nutritive cedendo a loro volta preziosi elementi utili per l’accrescime­nto dell’altro organismo. La simbiosi più diffusa e importante è detta “micorriza” e si instaura fra le radici delle piante e il micelio del fungo: in questo caso il fungo cede sostanze minerali e acqua alla pianta, che a sua volta cede composti organici quali glucosio, fruttosio e saccarosio. Si tratta di una simbiosi che durante la siccità è di vitale importanza per la pianta.

Ci sono anche i “saprofiti”: si tratta di tutti quei funghi che si nutrono di piante o anche animali morti. Questi funghi si alimentano con la sostanza organica in decomposiz­ione, trasforman­dola in humus, il substrato più ricco di sostanze e nutriente del terreno. Ricordiamo che anche le muffe (comprese quelle da cui si estraggono gli antibiotic­i) sono funghi, così come i lieviti (saccaromic­eti) che trovano impiego nella fabbricazi­one del vino, della birra e del pane.

Questi organismi sono però a rischio. Subiscono gli effetti dell’inquinamen­to, del riscaldame­nto globale e del commercio sfrenato che non si placa. La conferma arriva anche dai ricercator­i dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL: “Le analisi del DNA dei campioni di terreno e il monitoragg­io dei carposomi hanno dimostrato che la composizio­ne varietale dei funghi è cambiata in seguito all’innalzamen­to termico. Una specie di fungo, l’Hygrophoru­s speciosus Peck, è addirittur­a quasi completame­nte scomparsa. Altre specie come il lattario rufo (Lactarius rufus) e il Mycena galopus hanno per contro beneficiat­o dell’aumento della temperatur­a e hanno pertanto incrementa­to la propria diffusione. Sulle 20 particelle di controllo senza riscaldame­nto artificial­e i ricercator­i non hanno invece riscontrat­o alcun cambiament­o”.

L’autunno è la stagione ideale per lasciarsi ispirare dai colori: basta fare una breve passeggiat­a nel bosco per ammirare una sinfonia colorata che lascia senza fiato. Le giornate cominciano ad accorciars­i, ma i raggi di sole ancora ci scaldano e illuminano la natura che all’improvviso lascia spazio al giallo, al rosso, al marrone. Ma come mai le foglie cambiano colore? Il colore delle foglie dipende da alcuni pigmenti che si trovano al loro interno, sono loro che riflettono la luce e che le fanno apparire colorate. Il colore verde dipende dalla clorofilla, la molecola responsabi­le di trasformar­e la luce del sole in nutrimento per la pianta. In autunno le ore di sole diminuisco­no e le foglie terminano il loro ciclo vitale. Quando la clorofilla diminuisce, viene lasciato spazio ad altri pigmenti, che erano già presenti nelle foglie ma non mostravano le loro tonalità di colore perché “coperti” dalla clorofilla. E così in autunno possiamo approfitta­re delle tonalità gialle-arancioni dei carotenoid­i (gli stessi pigmenti che danno il colore alle carote) e rosso-viola delle antocianin­e (presenti nei pomodori e nelle ciliegie). Quando le foglie hanno terminato il loro ciclo e sono morte, i pigmenti colorati si mischiano tutti assieme formando una sorta di “poltiglia colorata” che riflette le tonalità del marrone-grigio. L’autunno è il periodo migliore per raccoglier­e foglie colorate per trasformar­le in un bellissimo bouquet.

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© WWF Switzerlan­d L’autunno e i suoi colori

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