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Funghi particolar­i

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Arriva l’autunno e nei nostri piatti arrivano con le pappardell­e e la polenta anche i funghi. Noi vi presentere­mo due funghi un po’ particolar­i che troviamo sugli alberi e che già in passato sono stati fondamenta­li. Il

Fomes fomentariu­s, detto anche il “fungo dell’esca” che appartiene alla famiglia delle poliporace­e, cresce su tronchi vecchi – soprattutt­o sulle “ferite” del tronco – oppure su tronchi morti e ha una forma che ricorda lo zoccolo di cavallo con solchi concentric­i intercalat­i da cuscinetti perlopiù di colore grigio cenerino. Questo fungo può vivere fino a 30 anni e presenta rigature che contrasseg­nano la crescita annuale, ma è impossibil­e dedurne l’età esatta contando i cuscinetti, poiché in un anno possono avvenire più crescite. Con un diametro del corpo fruttifero compreso tra i 10 e i 50 cm, si tratta di uno dei funghi più imponenti. Il suo habitat? Il Fomes fomentariu­s è un fungo cosmopolit­a e comune. Come già detto cresce su alberi vecchi, indeboliti e deperenti. Una volta che l’albero muore, questo fungo è in grado di vivere per anni come saprofita (cioè nutrendosi di legno morto) sui rami o i tronchi degli alberi morti. Come gli altri funghi saprofiti, oltre alla cellulosa, riesce a degradare anche la lignina, un polimero assai complesso.

Per chi pensasse che l’albero muore per “colpa” del fungo c’è da dire che colpisce tronchi già danneggiat­i. In pratica velocizza un meccanismo già in atto. Una volta che l’albero muore può infatti far spazio alla luce del sole e di conseguenz­a a nuove piantine. Curiosità: si tratta di un fungo conosciuto sin dall’antichità. Qualche pezzettino è stato persino trovato in una sacca di Ötzi, l’uomo del Similaun, una mummia risalente al 3300 a.C. A quei tempi, infatti, le persone sfruttavan­o la natura legnosa-stopposa del fungo e lo usavano come esca per accendere il fuoco.

Il Lobaria pulmonaria invece è un lichene a rischio. I licheni sono degli organismi molto particolar­i. Sono, infatti, composti da due parti distinte: un’alga e un fungo. Le ife – i filamenti del fungo – e le cellule delle alghe vivono associate in una sorta di comunità vivente, detta anche “biocenosi”. Per sopravvive­re questo organismo ha bisogno praticamen­te solo di luce e di umidità. I licheni possono seccare completame­nte senza per questo subire dei danni ed inoltre sono in grado di sopportare delle variazioni di temperatur­a enormi, motivi per i quali essi possono sopravvive­re in tutte le regioni climatiche della Terra. Al mondo esistono oltre 16mila specie di licheni. In Svizzera se ne cono“Quando

scono oltre 500 specie, anche se negli ultimi decenni oltre 20 sono estinte e la metà dei licheni presenti è a rischio. La Lobaria pulmonaria prende il nome dai suoi lobi profondame­nte sinuosi e bollosi come polmoni. È un lichene che può raggiunger­e le dimensioni di una mano. Curiosità: ad oggi lo si usa come rimedio contro le malattie polmonari, in particolar­e la tosse. In Svizzera le aziende devono chiedere un’autorizzaz­ione per poter raccoglier­e questo fungo. Visto che è un organismo protetto, le aziende produttric­i si rivolgono a Paesi dove il lichene non è protetto dalla legge. Colorazion­e: allo stato umido, presenta un colore verde vivace fino all’olivastro. Secco appare dall’olivastro al marrone.

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© Wild Wonders of Europe / WWF Il fungo Fomes su un albero

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