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Vittime di guerre altrui

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New York – Sono oltre 15’500 i bambini che hanno subito violenze e violazioni diffuse negli scenari di guerra aperti nel 2016. Ottomila minori sono stati uccisi o mutilati. Le cifre sono contenute in un rapporto presentato ieri dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza. Il quadro che ne deriva è tragico. I bambini provenient­i da Paesi come Afghanista­n, Congo, Iraq, Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen subiscono un livello inaudito di violenze dalle parti in conflitto, con almeno 4’000 violazioni verificate commesse dalle forze governativ­e e oltre 11’500 da gruppi armati non statali. ll destino delle vittime infantili nei conflitti “non può e non deve lasciarci indifferen­ti”, ha avvertito la rappresent­ante speciale dell’Onu per i bambini in guerra, Virginia Gamba. Mentre Guterres si è detto “inorridito”, e ha esortato eserciti e milizie a rispettare la responsabi­lità di proteggere i bambini, “secondo gli obblighi sanciti dal diritto umanitario”. Il che rientra nelle pie illusioni. L’Afghanista­n ha registrato il numero più elevato di vittime infantili da quando l’Onu ha iniziato a documentar­le nel 2009, con 3’512 bambini uccisi o mutilati nel 2016, vale dire il 24% più dell’anno precedente. Il dossier, inoltre, ha documentat­o 851 casi di bambini reclutati e impiegati nella guerra in Siria (più del doppio del 2015), e 1’915 casi in Somalia. Sempre in Siria, 1’299 minori sono stati uccisi o mutilati, numero che in Yemen sale a 1’340. E di questi, in Yemen 683 sono stati uccisi, feriti o mutilati da parte della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita, che è stata inserita nella lista nera, anche se le è stato incredibil­mente riconosciu­to di aver messo in atto “misure per migliorare la protezione dei bambini”.

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KEYSTONE In Siria

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