Ora Ryanair blandisce i suoi piloti
Il Ceo della compagnia aerea low cost propone aumenti di stipendio e bonus fedeltà
Dublino – L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha inviato una lettera ai suoi 4’200 piloti offrendo aumenti di stipendio, bonus e migliori condizioni di lavoro e di prospettive di carriera. Lo scrive Bloomberg che ha visionato la lettera in cui il numero uno di Ryanair – per evitare una fuga in massa dalla compagnia aerea – promette aumenti di retribuzione fino a 10mila euro e bonus fedeltà fino a 12mila euro. Le modifiche “trasformeranno le vostre prospettive di stipendio e carriera”, assicura O’Leary nella lettera invitando i piloti a “rimanere con Ryanair per un futuro più luminoso e migliore per te e la tua famiglia”. Dopo la ribellione dei piloti e la cancellazione di oltre ventimila voli, O’Leary – che finora ha respinto con durezza le richieste degli equipaggi – sembra dunque cambiare registro e si scusa per i problemi che si sono creati con la programmazione delle ferie promettendo stipendi in linea o anche superiori a quelli di low cost concorrenti. Sul piatto anche miglioramenti su giorni di malattia retribuiti, congedo di maternità e altre voci contrattuali. Un pacchetto di concessioni con cui Ryanair vuole accorciare le distanze tra i contratti irlandesi e quelli delle giurisdizioni locali dove i piloti hanno base operativa dopo che una sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito a metà settembre che le cause del personale di Ryanair – anche se i contratti sono disciplinati dal diritto irlandese – possono svolgersi nei tribunali competenti in base al luogo in cui il dipendente svolge abitualmente la sua attività. Un punto che O’Leary non manca di chiarire affermando che qualsiasi modifica dei contratti “non cambia il fatto che gli equipaggi continueranno ad avere contratti di lavoro irlandesi o che anche a questi nuovi contratti modificati sarà applicata la legislazione irlandese”. Ma soprattutto O’Leary punta a scongiurare il rischio che i suoi dipendenti si iscrivano al sindacato. L’azienda – precisa – farà riferimento solo ai comitati locali dei dipendenti per discutere le questioni del personale: “non faremo e non possiamo essere costretti a trattare con i sindacati di terze parti” ribadisce O’Leary spiegando che chi dovesse optare per altri canali di trattativa rischia “di subire ritardi nella concessione di questi aumenti salariali e altri benefit”.