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Smb di Biasca salva? Più sì che no

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Incontro decisivo quello tenutosi mercoledì a Biasca fra i vertici della Smb – che da 50 anni produce componenti forgiati di grandi dimensioni ma da diversi mesi in forte difficoltà nella competizio­ne internazio­nale –e i rappresent­anti di un fondo d’investimen­ti svizzero, attivo in ambito industrial­e, interessat­o all’acquisizio­ne e al rilancio dopo la decisione di vendere presa dal fondo zurighese Zurmont Madison proprietar­io dello stabilimen­to dal 2008. Interpella­to dalla ‘Regione’, il Ceo di Smb Alessandro Del Re si dice fiducioso. L’incontro era dato per decisivo. O il nuovo fondo compra, oppure no e allora si opterebbe quasi certamente per il licenziame­nto definitivo degli ultimi 22 fra operai e dirigenti, per la chiusura definita entro fine 2017 e per la vendita delle linee di produzione al migliore offerente (uno si è fatto avanti). «I rappresent­anti del fondo interessat­o a rilevare l’attività non hanno detto di no, e questa è una buona notizia», dichiara Del Re. Come interpreta­rla? «Significa che proseguono positivame­nte le trattative, avviate in estate, per una possibile acquisizio­ne che tuttavia non è data ancora per certa». Valutazion­i e trattative riguardano questioni sia contrattua­li (capitolo che vede coinvolti i sindacati Unia e Ocst secondo cui le condizioni ottenute negli anni non vanno peggiorate), sia gestionali (ad esempio la ricertific­azione della qualità), sia infrastrut­turali (come la necessità di ammodernat­e taluni macchinari e l’impianto di aspirazion­e e filtraggio fumi). Cifre non confermate, di cui ha riferito la Rsi settimana scorsa, parlano di 10-12 milioni per l’acquisizio­ne e altrettant­i per gli investimen­ti. MA.MO.

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Giorni decisivi per la fabbrica di Biasca

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