L’apertura di un museo
Presentati il programma, e una sala, della nuova sede del Musec a Villa Malpensata
In attesa della riapertura, prevista a maggio 2018, il Museo delle culture di Lugano presenta le nuove rassegne e un inaspettato spazio espositivo, la ‘sala del tesoro’
All’inaugurazione del Musec, il rinnovato Museo delle culture di Lugano, mancano ancora diversi mesi: a maggio del 2018 saranno accessibili alcuni spazi espositivi, mentre l’apertura definitiva e completa è prevista per il 2019. Perché, dunque, organizzare adesso una conferenza stampa, quando gli spazi di Villa Malpensata non sono ancora ultimati? «Perché in genere capita, con i musei, di realizzare prima l’involucro e solo dopo di pensare a come riempirlo – ci spiega il direttore Francesco Paolo Campione –; qui invece abbiamo voluto prima presentare i programmi, dichiarare che cosa vogliamo fare, e dopo dire come sfrutteremo la scatola». E quindi, prima di vedere come sta cambiando la “scatola” – che, rispetto ai tempi delle mostre del museo d’arte della città, è cambiata molto –, vediamo un po’ questi programmi, iniziando da quei cicli già proposti dal Museo delle culture nella vecchia sede di Villa Heleneum. Quindi ‘Esovisioni’, incentrata sulla fotografia dell’esotismo, ‘Altrarti’, che approfondisce, da più punti di vista, una particolare espressione artistica o culturale, e ‘Orientart’, l’incontro tra arte contemporanea orientale e quelle fonti tradizionali che ne costituiscono il substrato. A questi si aggiungono due novità. La prima – «continuando questa tradizione dei neologismi che finora ci ha portato bene», ha scherzato Campione – si chiama ‘Cameredarte’ ed è dedicata alle collezioni e ai collezionisti senza i quali il museo non sarebbe quello che è: «Il Museo delle culture è il frutto di una appassionata donazione di esperienze, di oggetti, di storie». Sarà proprio questo ciclo a essere presentato nella “anteprima” del prossimo maggio. La seconda novità avrà per nome ‘Ethopassion’ e affronterà il ruolo che le arti tribali, orientali e popolari ebbero nello sviluppo delle avanguardie europee. Un modo per caratterizzare l’offerta del Musec nel panorama dei musei etnografici europei, ma non solo: studiare la “tensione primitivista” delle avanguardie è una sorta di riconoscimento verso Serge Brignoni e la sua collezione dalla quale è nato il museo: «Fu un artista surrealista, divise l’appartamento con Giacometti, fece la prima mostra con Miró: quelle opere le ha raccolte e conservate con un’idea ben precisa: da quelle opere gli artisti delle avanguardie hanno preso ispirazione».
Villa Malpensata aperta al mondo
Questi i cicli espositivi che troveranno spazio nella rinnovata Villa Malpensata. E rinnovata non è un modo di dire: come
sede del museo d’arte, la villa era sostanzialmente chiusa. Come Museo delle culture, l’entrata sarà un luminoso salone centrale al primo piano dell’edificio, accessibile da quattro punti (due da Riva Caccia e due da Via Mazzini). Lì troveremo lo “Spazio del tesoro”, un insieme di stanze con le volte a botte prima murate
nel quale saranno esposti i tesori delle collezioni del Musec. «Quello spazio sarà offerto gratuitamente al pubblico, che potrà liberamente entrare e visitarlo» ha precisato Campione. A mo’ di antipasto, gli invitati alla conferenza stampa hanno potuto vedere una antica armatura da samurai.
Al piano terra, dove c’era l’entrata del vecchio museo, saranno esposte le fotografie di Esovisioni mentre al secondo piano troveranno spazio le altre esposizioni temporanee. Al terzo piano, oltre a sale per conferenze e incontri, avremo lo “Spazio cielo” per le opere dei collezionisti del ciclo Cameredarte.