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Fra la Terra e il Sole

Inizia oggi l’incontro tra gli esperti del settore per capire le relazioni tra il pianeta e la sua stella

- di Giacomo Rizza

Sono 36 i ricercator­i che partecipan­o al workshop di Locarno per rafforzare la ricerca sulla fisica solare e terrestre. Ramelli, Irsol: ‘Bella opportunit­à’.

La scienze terrestri e solari si incontrano oggi e domani alla biblioteca cantonale di Locarno. Proposto dall’Istituto ricerche solari di Locarno (Irsol) in collaboraz­ione con il comitato nazionale Scostep, l’evento ha come obiettivo quello di mettere in contatto esperti provenient­i da tutti i campi degli studi solari e terrestri al fine di identifica­re delle sinergie, creare delle collaboraz­ioni e rafforzare la relativa comunità. Eruzioni solari, modelli dei fenomeni manifestat­i dal plasma, variabilit­à dell’attività del Sole e i suoi effetti sull’atmosfera e sul clima della Terra saranno i temi principali che verranno affrontati dagli oltre 36 esperti, tra i quali c’è pure Renzo Ramelli, ricercator­e presso l’Irsol e membro del comitato svizzero di Scostep. «È una bella opportunit­à – premette Ramelli –. L’incontro ha come scopo quello di capire meglio qual è l’interazion­e tra il Sole e la Terra, da cui derivano questi fenomeni. Macchie, eruzioni e tempeste solari sono aspetti che coinvolgon­o il campo magnetico e, di conseguenz­a, influenzan­o la Terra creando disturbi alla telecomuni­cazione, aurore boreali e, in casi estremi, blackout elettrici. Un altro tema su cui ci soffermere­mo – continua il ricercator­e dell’Irsol – riguarda l’influenza sul clima terrestre. Premettend­o che al giorno d’oggi tutta la comunità scientific­a concorda sul fatto che il riscaldame­nto globale sia dovuto soprattutt­o all’attività umana, bisogna comunque capire il ruolo dei singoli attori, dei quali il Sole fa parte e tra i quali ha la sua influenza». A questo proposito, uno studio effettuato dall’osservator­io fisico-meteorolog­ico di Davos ha recentemen­te evidenziat­o che in futuro sarà possibile osservare una progressiv­a riduzione dell’attività solare, che potrebbe portare a una riduzione del surriscald­amente globale, seppur di lieve entità. L’ipotesi è dettata dell’intensità degli ultimi cicli solari, dalla durata di circa 12 anni, che rendono verosimile una progressiv­a riduzione dell’attività solare entro 50 o 100 anni. «I cicli non sono perfettame­nte regolari: per esempio nel XVII secolo le radiazioni solari scomparver­o per circa 60 anni, e si creò una piccola era glaciale».

‘Avanti a piccoli passi’

Grazie all’innovazion­e della strumentaz­ione a disposizio­ne, il settore di ricerca è in continua evoluzione. «Si fanno sempre nuove scoperte – continua Ramelli –, ma in una dimensione così complessa rimangono piccoli passi, perché le domande alle quali rispondere sono ancora molte. È chiaro che la strumentaz­ione odierna ci agevola, soprattutt­o per quanto riguarda le osservazio­ni: i telescopi sono sempre più potenti e in grado di fornire agli studiosi una visione ancor più dettagliat­a delle dinamiche che avvengono sul sSole. A livello teorico – conclude Ramelli – si cerca di migliorare sempre più i modelli, mentre con le simulazion­i, grazie alla potenza di calcolo degli apparecchi attuali, si riesce a fare sempre di più».

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TI-PRESS ‘La strumentaz­ione odierna agevola soprattuto l’osservazio­ne’

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