laRegione

Polizia privata e ’ndrangheta

- M.M.

Per la ’ndrangheta la paura è un mercato che promette lauti affari. Lo hanno messo nero su bianco i carabinier­i del Ros di Milano e del nucleo operativo di Cantù, nell’informativ­a inviata alla Direzione distrettua­le antimafia di Milano e che ha portato all’arresto, nelle scorse settimane, di diversi appartenen­ti alla criminalit­à organizzat­a, una decina di questi risiede tra Cantù e Mariano Comense. In carcere sono finiti Giuseppe Morabito, 33enne nipote “Tiradrittu”, alias Giuseppe Morabito, capo indiscusso della ’ndrina Morabito, e i suoi uomini, accusati di aver scatenato a Cantù una vera e propria guerra per arrivare al controllo mafioso della città. Una impression­ante serie di violenze per “incutere in tutta la zona un vero e proprio clima di paura, tale da intimidire i commercian­ti di Cantù – scrivono gli investigat­ori – e spingerli a ricorrere a una protezione privata guarda caso prontament­e offerta da soggetti strettamen­te collegatat­i con ambienti della malavita organizzat­a”. Prima incendiari, poi pompieri. Il tutto, stando alla ipotesi investigat­iva, con l’obiettivo di “intascare fondi pubblici attraverso l’utilizzo di uomini preposti anche a un servizio di contrasto all’abuso dell’alcool”. Il progetto, che consisteva nel trasformar­e ’ndrangheti­sti in “operatori del sociale” per poter accedere ai contributi pubblici.

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