Divide la legge contro l’omofobia
La proposta di punire le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale non fa l’unanimità
Plr e Udc: nel codice penale sufficiente protezione per omosessuali, bisessuali e transgender. Il centrosinistra: una lacuna da colmare.
Non convince tutti l’idea di includere nella norma penale contro il razzismo anche le discriminazioni di cui sono vittime omosessuali, bisessuali e transessuali rendendole così punibili. A conclusione della procedura di consultazione del progetto della Commissione degli affari giuridici del Nazionale, le obiezioni vengono principalmente da destra: Udc e Plr ritengono inutile intervenire poiché, a loro avviso, il codice penale offre già una sufficiente protezione. Per il centrosinistra, invece, il progetto di legge è necessario, visto il costante aumento delle aggressioni nei loro confronti, e colmerebbe una lacuna nel diritto svizzero. La legislazione attuale non permette di punire le affermazioni omofobe espresse in termini generali: un gay o una lesbica, ad esempio, non possono appellarsi alla lesione dell’onore nei loro confronti per affermazioni discriminatorie indirizzate a tutta la comunità omosessuale. Inoltre il Tribunale federale non ammette che le associazioni per la protezione dei diritti degli omosessuali possano agire per delitti contro l’onore. Il progetto è stato elaborato dalla Commissione degli affari giuridici del Nazionale a seguito di un’iniziativa parlamentare di Mathias Reynard (Ps/Vallese). La Costituzione vieta la discriminazione in base al ‘modo di vita’, ma nel codice penale l’incitamento all’odio a causa dell’orientamento sessuale non viene punito. Il progetto di revisione va oltre l’atto parlamentare del vallesano includendo anche le discriminazioni basate sull’identità di genere, oltre a quelle riguardanti l’orientamento sessuale, per proteggere anche transessuali e persone con un sesso non definito (intersessuali). L’Udc, da sempre contraria alla norma penale contro il razzismo, respinge la proposta: integrare nell’articolo anche ‘l’orientamento sessuale’ e ‘l’identità di genere’ è inutile. Secondo il partito la giurisprudenza tiene già conto delle discriminazioni in base al ‘sesso’ e al ‘modo di vita’. Inscrivere anche l’omofobia nel codice penale porterebbe a emanare una legge ad hoc per proteggere “ogni gruppo non maggioritario”. Anche per il Plr il progetto è eccessivo. Il partito condanna ogni forma di discriminazione, ma non ritiene adeguata la soluzione proposta. A suo avviso il codice penale offre già una protezione sufficiente per i delitti contro l’onore o l’integrità fisica: il giudice dispone di un margine di manovra nel fissare la pena e questo permette di tener conto delle condizioni e del movente dell’autore. Il Ps sottolinea invece che la proposta colma una lacuna nel diritto svizzero e rileva che anche l’Alto commissariato della Nazioni Unite per i diritti umani ha
raccomandato alla Confederazione di ovviare a questa mancanza. Anche Verdi e Ppd sostengono il progetto: lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Lgbt) sono sempre più spesso vittime di aggressioni ed è il momento di iscrivere esplicitamente nella legge la loro protezione, ha indicato Karl Vogler (Ppd/Obvaldo).
Pure Pink Cross, la federazione svizzera dei gay, sostiene il progetto, ma chiede di includervi anche le “caratteristiche sessuali” per proteggere anche le persone intersessuali, ha spiegato il direttore aggiunto Roman Heggli. Transgender Network Switzerland sottolinea inoltre che i transessuali sono ancora più spesso vittime di odio e di discriminazione in confronto a gay e lesbiche, e chiede quindi la necessità di agire con urgenza. Diversi Paesi europei – come Austria e Francia – hanno già adottato disposizioni penali per punire esplicitamente l’odio, la violenza e la discriminazione basati sull’orientamento sessuale.