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Lega dei musulmani: sì alla trasparenz­a finanziari­a delle moschee

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Il presidente della Lega dei musulmani di Svizzera, Mansour Ben Yahya, è favorevole a imporre la trasparenz­a nel finanziame­nto delle moschee. Il dibattito è di attualità visto che, durante la recente sessione delle Camere federali, il Consiglio nazionale ha accolto una mozione di Lorenzo Quadri (Lega) che chiedeva un divieto di finanziame­nti esteri per luoghi di culto islamici e l’obbligo per gli imam di predicare nella lingua locale. “La Lega dei musulmani è iscritta al registro di commercio ed è quindi obbligata ad avere una contabilit­à. Invito tutte le moschee e tutti i centri islamici a seguire questo esempio”, ha dichiarato Mansour Ben Yahya in un’intervista pubblicata ieri dal ‘Journal du Jura’ e dal ‘Bieler Tagblatt’, dopo l’incontro annuale dell’organizzaz­ione tenutosi sabato a Bienne. Per quanto riguarda la necessità di formare in Svizzera gli imam che predicano sul territorio nazionale, Mansour Ben Yahya si è detto piuttosto favorevole: “La questione merita di essere discussa. Mi sembra che una persona che mi guida nelle mie preghiere abbia tutti i vantaggi a conoscere la società nella quale viviamo”, ha aggiunto. Su questo aspetto si sta muovendo anche la Federazion­e delle organizzaz­ioni islamiche svizzere (Fois): sta infatti elaborando due Carte per meglio controllar­e i suoi membri. L’una riguarda gli imam e l’altra i presidenti delle associazio­ni musulmane, ha indicato di recente alla stampa il presidente della Fois Montassar BenMrad. A suo avviso, tuttavia, sarebbe troppo caro per le associazio­ni, “che hanno pochi mezzi”, istituire una formazione teologica nella Confederaz­ione. Inoltre – ha aggiunto BenMrad – le associazio­ni islamiche sono “pronte ad aprire i loro conti”, ricordando che la quasi totalità “sono finanziate localmente”. Ancora nell’ultima sessione delle Camere federali, il Consiglio nazionale aveva accolto una mozione di Quadri, che mira – ispirandos­i al modello austriaco – a vietare finanziame­nti esteri per i luoghi di culto islamici. Il testo chiede inoltre al Consiglio federale – che ritiene invece sufficient­i gli strumenti legali esistenti per combattere i rischi rappresent­ati dall’estremismo islamico – un obbligo di trasparenz­a in relazione alla provenienz­a e all’utilizzo dei finanziame­nti. La mozione prevede anche l’obbligo di tenere le prediche nella lingua locale. Riferendos­i alla richiesta di Quadri di imitare quanto fatto dal vicino austriaco, la consiglier­a federale Simonetta Sommaruga ha fatto notare che in questo Paese è stato possibile imporre una certa trasparenz­a sui finanziame­nti per la comunità islamica poiché quest’ultima è stata riconosciu­ta ufficialme­nte. Toccherà ora al Consiglio degli Stati esprimersi sulla mozione del leghista.

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