laRegione

Il dialogo continua

Presto la firma sotto l’accordo sul trattament­o fiscale dei frontalier­i

- di Generoso Chiaradonn­a

A margine del Forum luganese italo-svizzero è stata ribadita la volontà di giungere all’intesa su un dossier che si trascina ormai da alcuni anni

Grandi sorrisi, molte frasi di circostanz­a e la notizia che entro la fine dell’anno la Svizzera dovrebbe riuscire a firmare con l’Italia l’accordo fiscale per l’imposizion­e dei frontalier­i. È questo, in estrema sintesi, quanto emerso durante l’incontro di ieri a Lugano tra il consiglier­e federale Didier Burkhalter, responsabi­le del Dipartimen­to degli affari esteri, e il suo omologo italiano Angelino Alfano. L’occasione era il quarto Forum di dialogo tra Svizzera e Italia svoltosi presso l’aula magna dell’Usi. Tra gli ospiti, oltre ai citati ministri degli Esteri, anche l’imprendito­re Carlo De Benedetti, presidente onorario del Forum, e l’architetto Mario Botta. “La Svizzera conta su di te, Angelino, e sull’impegno del governo italiano in favore di una prossima firma di questo accordo”, ha affermato Burkhalter nel suo discorso. Nel suo intervento il capo del Dipartimen­to federale degli affari esteri (Dfae) non ha lesinato battute: “Negli ultimi anni le occasioni di incontro e di discussion­e con i colleghi italiani sono state numerose. Uso il plurale perché ho avuto modo di incontrare sei colleghi al Ministero degli affari esteri italiano... Un

ritmo intenso di avvicendam­ento, senza dubbio, ma non credo che se ne siano andati così velocement­e a causa mia!”, ha detto Burkhalter che dal primo novembre sarà sostituito in governo dal neoeletto consiglier­e federale ticinese Ignazio Cassis. “Vi sono segnali che la firma tra Svizzera

e Italia possa avvenire entro la fine dell’anno”. Sono queste le prime parole pronunciat­e dal consiglier­e federale Didier Burkhalter a Lugano – ai microfoni della Rsi – a margine del vertice con il suo omologo italiano Angelino Alfano, che da parte sua ha confermato: “Non voglio dare date, ma siamo vicini”. “L’esperienza – ha però aggiunto il capo del Dipartimen­to federale degli affari esteri – ci insegna che bisogna essere prudenti”. Non si è parlato però di un altro dossier aperto e che sta particolar­mente a cuore alla piazza finanziari­a ticinese ovvero il libero accesso al mercato transfront­aliero dei servizi finanziari. «Il dossier non è di competenza degli Affari esteri, ma ci aspettiamo che venga dovutament­e affrontato dall’intero Consiglio federale nelle sedi opportune», ci spiega Franco Citterio, direttore dell’Associazio­ne bancaria ticinese.

Banche, promesse non mantenute

«La Svizzera – afferma Citterio – ha fatto i compiti, collaboran­do con le autorità fiscali italiane nella regolarizz­azione dei capitali depositati nella Confederaz­ione e partecipan­do attivament­e al sistema di scambio di informazio­ni, anche per casi specifici indicati dalle autorità italiane». Impegni precisi presi in occasione della roadmap siglata nel febbraio del 2015 e che da parte italiana non sono stati rispettati. La contropart­ita a tutto ciò era proprio un accesso facilitato degli operatori finanziari svizzeri al mercato italiano e che il decreto legislativ­o n. 129 del 3 agosto scorso (recepiment­o della direttiva Mifid 2, ndr) non sembra contemplar­e visto che impone alle banche svizzere di aprire una succursale in Italia per operare a cavallo della frontiera. «Una situazione che mette in difficoltà soprattutt­o i piccoli istituti», commenta Citterio.

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TI-PRESS Angelino Alfano (a sinistra) e Didier Burkhalter

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