Da centro giovani a intergenerazionale
Giovani e anziani sotto lo stesso tetto. A Bellinzona si profila l’idea di un centro intergenerazionale, anziché uno spazio rivolto prettamente alla fascia d’età dagli 11 ai 18 anni. Giorgio Soldini, capodicastero Servizi sociali della Città, cui ora compete il dossier ereditato da Roberto Malacrida, è in attesa del preventivo di un nuovo progetto. Dopodiché, cifre alla mano, sottoporrà i dettagli della nuova proposta ai colleghi di Municipio, per discutere e approfondire la nuova idea. «Mi piacerebbe mettere in relazione due realtà, quella degli anziani con quella dei giovani, trovando una collocazione in grado di soddisfare le diverse esigenze», spiega il capodicastero. «Sarà un progetto che raggrupperà più cose, giovani, anziani e altro ancora», afferma Soldini, che non vuole però svelare ulteriori dettagli prima di avere condiviso il progetto con il resto dell’esecutivo. Senza aver escluso a priori la possibilità di realizzare il centro intergenerazionale anche in uno dei quartieri del nuovo Comune aggregato, alla fine la scelta è caduta su Bellinzona, dove è stata trovata una sede adatta. Non si tratta però dello stabile dell’ex Stallone, ipotesi che era stata individuata dal municipale Roberto Malacrida, alla fine della vecchia legislatura, quando ancora si occupava della questione. L’ipotesi è stata approfondita e poi scartata negli scorsi mesi dall’attuale capodicastero Servizi sociali. Come spiegato da Soldini, in quegli spazi sono attive da anni già altre associazioni che non si voleva far traslocare.
Un’annosa questione
Della realizzazione di un centro giovani a Bellinzona si parla ormai da una decina d’anni, nel corso dei quali sono state prese in considerazione svariate soluzioni e luoghi dove realizzare lo spazio per ragazzi dagli 11 ai 18 anni. Ipotesi andate però in fumo. Prima dell’ex Stallone si era pensato di trovare uno spazio ai giovani nel centro multiservizi, dove erano previsti anche locali destinati a Otaf e Ingrado, al posto dell’ex casa del Soldato in via Murate e Cattori, progetto però naufragato alla fine dello scorso anno. Prima ancora erano state valutate altre idee; si era pensato di realizzare il centro in alcuni locali nella sede della Posta di Bellinzona, idea però abbandonata quasi subito. E ancora prima c’era l’ipotesi della Casa ex Zoni, demolita però l’estate dello scorso anno per lasciar spazio al parco urbano.