Canapa, ecco i paletti
Centovalli, il Municipio ha stabilito regole precise in un’ordinanza
Come già successo in altri Comuni ticinesi, coltivazione e vendita di queste piante dovranno sottostare a limitazioni ben chiare
La coltivazione della canapa, intesa come risorsa alternativa ed ecosostenibile, apre interessanti prospettive nel settore agricolo grazie alla duttilità di impieghi che questa pianta consente. Prova ne è che sul continente europeo nel 2016 la produzione è arrivata alla cifra record di 33mila ettari. In diversi Comuni del Ticino, nel frattempo, le amministrazioni hanno emanato specifiche ordinanze che ne regolano la cura e la vendita al dettaglio dei suoi derivati. Come noto i prodotti che non superano la soglia limite di Thc dell’1% non sottostanno alla Legge federale sugli stupefacenti. Ci sono quindi tutti i presupposti affinché questo vegetale possa tornare anche da noi nei campi, al fianco delle colture tradizionali. Tra coloro che hanno predisposto una regolamentazione ad hoc in materia vi è anche il Comune delle Centovalli. In pratica l’ordinanza elaborata dal Municipio prevede che “la coltivazione e il commercio della canapa e dei suoi derivati e prodotti in negozi o punti vendita ambulanti sono vietati all’interno delle zone nucleo e residenziali ed entro un raggio di 200 metri dalle stesse”. Il raggio viene invece esteso a 300 metri nelle vicinanze di luoghi sensibili come le scuole, le chiese e i luoghi di culto, gli impianti sportivi, le strutture di svago, gli istituti di cura e altro ancora. Delle disposizioni severe che, come ci ha spiegato il sindaco, Ottavio Guerra, non sono comunque la conseguenza del proliferare di queste piante nella vallata.
Una richiesta che fa... scuola
«La nostra ordinanza si spiega innanzitutto col fatto che, negli scorsi mesi, sul tavolo dell’esecutivo è arrivata una richiesta da parte di un domiciliato nella regione per la creazione di una coltivazione di canapa legalizzata sul nostro territorio. Per rispondere a questa e ad eventuali future analoghe richieste, come Municipio abbiamo deciso di anticipare i tempi emanando delle disposizioni rigide e ben precise che, in pratica, ricalcano quanto avviene in altre realtà. Contro le stesse è data in ogni caso facoltà di ricorso al Consiglio di Stato fino al 21 ottobre». Resta il fatto che, come ci conferma lo stesso sindaco, il territorio centovallino per ora non è una “Jamaica” locarnese e che dell’esistenza di piantagioni di cannabis le autorità comunali non sono a conoscenza: «Non siamo mai dovuti intervenire – conclude l’intervistato – e dalle autorità giudiziarie non abbiamo mai ricevuto segnalazioni in questo senso. Questo comunque non significa che non vigiliamo».