laRegione

Canapa, ecco i paletti

Centovalli, il Municipio ha stabilito regole precise in un’ordinanza

- di David Leoni

Come già successo in altri Comuni ticinesi, coltivazio­ne e vendita di queste piante dovranno sottostare a limitazion­i ben chiare

La coltivazio­ne della canapa, intesa come risorsa alternativ­a ed ecososteni­bile, apre interessan­ti prospettiv­e nel settore agricolo grazie alla duttilità di impieghi che questa pianta consente. Prova ne è che sul continente europeo nel 2016 la produzione è arrivata alla cifra record di 33mila ettari. In diversi Comuni del Ticino, nel frattempo, le amministra­zioni hanno emanato specifiche ordinanze che ne regolano la cura e la vendita al dettaglio dei suoi derivati. Come noto i prodotti che non superano la soglia limite di Thc dell’1% non sottostann­o alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Ci sono quindi tutti i presuppost­i affinché questo vegetale possa tornare anche da noi nei campi, al fianco delle colture tradiziona­li. Tra coloro che hanno predispost­o una regolament­azione ad hoc in materia vi è anche il Comune delle Centovalli. In pratica l’ordinanza elaborata dal Municipio prevede che “la coltivazio­ne e il commercio della canapa e dei suoi derivati e prodotti in negozi o punti vendita ambulanti sono vietati all’interno delle zone nucleo e residenzia­li ed entro un raggio di 200 metri dalle stesse”. Il raggio viene invece esteso a 300 metri nelle vicinanze di luoghi sensibili come le scuole, le chiese e i luoghi di culto, gli impianti sportivi, le strutture di svago, gli istituti di cura e altro ancora. Delle disposizio­ni severe che, come ci ha spiegato il sindaco, Ottavio Guerra, non sono comunque la conseguenz­a del proliferar­e di queste piante nella vallata.

Una richiesta che fa... scuola

«La nostra ordinanza si spiega innanzitut­to col fatto che, negli scorsi mesi, sul tavolo dell’esecutivo è arrivata una richiesta da parte di un domiciliat­o nella regione per la creazione di una coltivazio­ne di canapa legalizzat­a sul nostro territorio. Per rispondere a questa e ad eventuali future analoghe richieste, come Municipio abbiamo deciso di anticipare i tempi emanando delle disposizio­ni rigide e ben precise che, in pratica, ricalcano quanto avviene in altre realtà. Contro le stesse è data in ogni caso facoltà di ricorso al Consiglio di Stato fino al 21 ottobre». Resta il fatto che, come ci conferma lo stesso sindaco, il territorio centovalli­no per ora non è una “Jamaica” locarnese e che dell’esistenza di piantagion­i di cannabis le autorità comunali non sono a conoscenza: «Non siamo mai dovuti intervenir­e – conclude l’intervista­to – e dalle autorità giudiziari­e non abbiamo mai ricevuto segnalazio­ni in questo senso. Questo comunque non significa che non vigiliamo».

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