laRegione

È una doccia gelida

Lo Zurigo segna tre volte nei primi otto minuti e spegne subito le velleità di un Ambrì Piotta che stavolta non è ispirato

- Di Marco Maffiolett­i

Zurigo – Non è certo all’Hallenstad­ion dove l’Ambrì deve ottenere punti per forza, ma il rammarico per i biancoblù c’è. Non tanto per la sconfitta, ma per il modo in cui arriva. In sostanza la partita dei leventines­i dura solo una manciata di minuti, per la precisione 8’. Il tempo che basta allo Zsc per segnare tre volte. Un film già visto a Bienne. «Esattament­e non ricordo come andò quella partita – esordisce il difensore Collenberg –, ma una cosa è sicura: questa è stata una vera lezione. Dobbiamo essere coscienti di una cosa: ogni volta dobbiamo spaccarci il c..., ciò che stavolta non abbiamo fatto. Il calendario con tanti incontri ravvicinat­i non può essere una scusante. È una questione di testa, la stanchezza non c’entra. E se noi non affrontiam­o le partite con il dovuto piglio, non abbiamo chance». E al numero 60 non si può dare torto.

Collenberg: ‘È una questione di testa, la stanchezza non c’entra. Senza il giusto piglio, noi non abbiamo chance’.

In sostanza ad aprire le porte ai locali è la prima penalità, davvero evitabile, di Lhotak. In powerplay una triangolaz­ione stile videogame dopo nemmeno 3’ permette a Wick di superare Conz. Quest’ultimo è frastornat­o, e sull’onda dell’entusiasmo i Leoni ne approfitta­no, con Suter che al 4’29’’ realizza il secondo punto. La panchina ticinese protesta per un presunto bastone alto, ma gli arbitri non vanno nemmeno a rivedere la scena. Il maggior rimpianto ospite è la traversa colpita poco prima da Fora al termine di una bella azione personale. Sul ghiaccio, però, in sostanza c’è solo il team di casa. Il terzo gol di Petterson al 7’15’’ non fa una grinza. Cereda cerca di fermare l’emorragia chiamando il timeout e riesce nell’impresa. Anche perché lo Zsc molla la presa e comincia a giochicchi­are. Ma la partita è praticamen­te terminata e il resto dei 60’ assume i connotati di un’amichevole. Il secondo periodo è noiosissim­o. L’Ambrì perde Trisconi per infortunio (colpo alla parte bassa del corpo: oggi si farà visitare da un dottore) e Cereda ridisegna i blocchi. Müller, per la prima volta dal suo arrivo in Leventina, torna all’ala a fianco di Taffe e D’Agostini. Monnet invece viene spostato al centro tra Berthon e Zwerger. Sul finire del tempo centrale, dominato dagli sbadigli, con lo Zsc che non infierisce e i biancoblù che non hanno i mezzi per impensieri­re la corazzata di Wallson, arriva la quarta rete di Nilsson: il suo blocco ha una marcia in più di tutti. L’ultima frazione è pura cosmesi. Rochow, come a Bienne, rimpiazza Conz. Dapprima Lauper segna la sua prima rete stagionale, poi arrivano le ultime due segnature di Wick e Nilsson, entrambi autori di una doppietta. Ovviamente difficile in un contesto simile giudicare i singoli giocatori di movimento leventines­i. Fora e compagni dovranno però ricaricare in fretta le batterie e prepararsi a puntino per la sfida di Ginevra, in programma già tra due giorni. Già, perché il Servette attuale, a differenza dello Zsc, è comunque alla portata della truppa di Cereda. A condizione, appunto, di non mancare l’entrata in materia.

 ?? KEYSTONE ?? Per Conz (e non solo per lui) la serata è difficile. Poi, come a Bienne, spazio a Rochow
KEYSTONE Per Conz (e non solo per lui) la serata è difficile. Poi, come a Bienne, spazio a Rochow

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland