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Il gerente va, la diffida no

La commission­e parlamenta­re della Legislazio­ne dice sì alla proposta di Passalia Firmato il rapporto redatto da Aldi. La durata del divieto di accesso al locale potrebbe passare da uno a due anni.

- Di Andrea Manna

Il gerente cambia, la diffida resta. Se una persona cederà la conduzione di un esercizio pubblico (bar, ristorante...), gli eventuali divieti d’accesso al locale da lei intimati a clienti piuttosto turbolenti non decadranno automatica­mente, come oggi, ma resteranno validi. E lo resteranno non un anno, come ora, bensì (almeno) due. Al nuovo gerente la facoltà comunque di revocarli in qualsiasi momento. Tutto ciò se il Gran Consiglio accoglierà la proposta del deputato del Ppd Marco Passalia. Ieri intanto la Commission­e della legislazio­ne ha compiuto il primo passo firmando, segnala una nota, il rapporto di Sabrina Aldi (Lega) favorevole alla mozione, inoltrata nel 2014, con la quale il parlamenta­re popolare democratic­o sollecita la modifica parziale dell’articolo 83 (vedi infografic­a) del Regolament­o della Lear, la Legge cantonale sugli esercizi alberghier­i e sulla ristorazio­ne. Una modifica che non trova d’accordo il governo. La sua presa di posizione risale al giugno 2015. La diffida, scrive fra l’altro il Consiglio di Stato, è un provvedime­nto “per nulla diffuso”. Negli anni “si è inoltre potuto constatare che spesso il divieto è motivato da un comportame­nto molesto determinat­o dai rapporti interperso­nali fra il cliente e il gerente”. Pertanto, aggiunge l’Esecutivo, “il cambio di gerenza non comporta necessaria­mente un perdurare di tale atteggiame­nto, anzi potrebbe essere un elemento risolutore”. Da uno a due anni la validità del provvedime­nto? L’Esecutivo risponde ancora picche: “Un’estensione della durata del periodo di divieto risultereb­be eccessiva e non proporzion­ale, se si considera l’ingerenza che questa misura comporta per la libertà personale del cliente”. Di qui l’invito al parlamento a “respingere” la mozione di Passalia.

‘Aumenta l’effetto deterrente’

Chiede invece di approvarla il rapporto della Legislazio­ne redatto da Aldi. “Il fatto di non far decadere automatica­mente il divieto con il cambio di gerenza è una misura che si impone – sottolinea la relatrice – per tutelare l’ordine pubblico, i clienti e il personale che lavora nel locale anche a fronte delle importanti responsabi­lità giuridiche con cui è confrontat­o il gerente. D’altro canto, il nuovo gerente potrà decidere di revocare il divieto in ogni momento e permettere nuovamente l’accesso all’esercizio pubblico. Cosa che verosimilm­ente avverrà nel caso in cui il divieto è frutto unicamente di problemi interperso­nali tra il cliente e il precedente gerente. Tuttavia, al contrario, se i problemi causati dalla persona diffidata sono di natura diversa, il fatto che il divieto perduri anche con il cambio di gerenza è necessario per garantire la sicurezza ed evitare che determinat­i episodi si ripetano”. Anche per quel che riguarda l’aumento da uno a due anni della durata del divieto d’accesso all’esercizio pubblico, la commission­e parlamenta­re “concorda” con il mozionante. E precisa che “Il gerente potrà decidere di far cessare prima il divieto riammetten­do la persona diffidata nel locale”. «La modifica normativa prospettat­a – dice Aldi alla ‘Regione’ – è del resto in linea con il rafforzame­nto della figura del gerente voluto dalla Lear». Gerente, sostiene la legge, che è responsabi­le non solo della conduzione dell’esercizio, ma pure “del mantenimen­to dell’ordine e della quiete pubblica” all’interno e nelle “immediate vicinanze” del locale. Peraltro, riprende la granconsig­liera leghista,

«può succedere che al passaggio delle consegne il precedente gerente non informi la persona che gli subentra delle diffide che ha ingiunto. È un altro motivo che giustifica la modifica legislativ­a». Prolungand­o di un anno la durata del divieto di accesso al locale, osserva a sua volta Massimo Suter, presidente di GastroTici­no,

la principale associazio­ne di categoria, «l’effetto deterrente del provvedime­nto aumenta». Scontata la soddisfazi­one dell’autore della proposta. «I colleghi deputati hanno capito il problema – commenta Passalia –. Problema che mi era stato segnalato da esercenti alla luce di casi concreti».

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INFOGRAFIC­A LA REGIONE/FOTO TI-PRESS La norma oggetto della modifica proposta

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