Lo Stato mediatore di conflitti
Christian Vitta, direttore del Dfe: vogliamo subito rafforzare l’Ufficio cantonale di conciliazione Vigilanza sul lavoro e occupazione. Primo bilancio positivo e pronto un secondo pacchetto. Il direttore del Dfe: disponibili anche a mediare.
Il seme è gettato, ora serve tutta la pazienza del caso nell’attesa del germoglio e, magari, della piantina. Con le prime otto misure, lanciate un anno fa, il Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) ha voluto gettare le basi per una svolta, per favorire l’occupazione residente e combattere gli abusi nel mondo del lavoro. Il bilancio? «Positivo, anche perché il Ticino ha avuto così la possibilità di essere precursore per quanto riguarda la legge federale di applicazione contro l’immigrazione di massa» ha risposto ieri Christian Vitta, consigliere di Stato e direttore del Dfe, che ha presentato il primo bilancio e il secondo pacchetto (altri otto provvedimenti) che si integra al primo. Il tutto accompagnato da un annuncio importante. «Il partenariato sociale è fondamentale nel sistema svizzero – ha premesso il direttore del Dfe – e non vogliamo certo sostituirci a questo, ma al contempo intendiamo rafforzare gli Uffici di conciliazione. Siamo pronti alla mediazione là dove si può concludere una contrattazione di lavoro». E nel dirlo Vitta stava pensando in particolare alle future dispute sull’applicazione del salario minimo, voluto dal popolo e prossimo progetto governativo: «Dopo le vacanze autunnali il governo presenterà il messaggio» ha annunciato Vitta. Tornando alle prime otto misure, si constata che qualcosa si sta muovendo. Magari con fatica perché «a volte si tende a vedere nello Stato solo la macchina burocratica che negli imprenditori genera diffidenza» come ha ricordato Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia. Decisamente positivo, in ogni caso, il bilancio nell’ambito della sorveglianza: ben 200 i casi segnalati grazie alle nuove procedure contro le aziende fittizie e 60 i permessi di lavoro negati o revocati in questo ambito. Positivo, ha aggiunto Rizzi, anche lo scambio d’informazioni con le autorità italiane (95 i casi, 34 le irregolarità registrate), così come il bilancio del portale online per denunciare gli abusi salariali: si è qui registrato il 10 per cento delle segnalazioni totali. Passando al capitolo occupazione, difficoltà già dette a parte, va comunque riportata la buona collaborazione interdipartimentale, nonché il rafforzamento delle relazioni tra Uffici regionali di collocamento e aziende: 29 per cento in più dei posti vacanti gestiti e 42 per cento in più di collocamenti. Numeri e riscontri incoraggianti per un percorso certo non scontato anche perché, lo ha ricordato Vitta, «noi dobbiamo soprattutto lavorare sulla sensibilizzazione e parecchio già s’è fatto».