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Procedura civile: il commentari­o si aggiorna con l’app

- Di Lorenzo Erroi

Vi fareste giudicare (o difendere) da qualcuno fermo al codice di Hammurabi? Eppure – esagerando, s’intende – è quello che accadrebbe se gli addetti ai lavori non avessero a disposizio­ne commentari e strumenti di interpreta­zione sempre aggiornati. E proprio l’aggiorname­nto rapido e costante contraddis­tingue il nuovo ‘Commentari­o pratico al Codice di diritto processual­e civile svizzero (Cpc)’ (2a ed.; LaBuonaSta­mpa Edizioni). Non solo un esaustivo apparato analitico per l’interpreta­zione del nostro Cpc, ma anche un innovativo work in progress: permette infatti, grazie a un’app dedicata, di ricevere aggiorname­nti ogni tre mesi in formato .epub – quello dei libri elettronic­i – scaricabil­i dagli acquirenti tramite un codice, su abbonament­o. Una funzione utilissima perché a livello federale, in tre mesi, si accumulano circa 100 sentenze che ampliano il compasso del diritto processual­e civile. La modernità, poi, impone sempre nuove sfide: si pensi all’evoluzione costante in materia di protezione dei dati. Peraltro la procedura si era già complicata, con buona pace delle intenzioni del Legislator­e, quando nel 2011 si decise di superare i diversi codici cantonali a favore di uno federale: scelta che ha di colpo messo sullo scaffale dei precedenti anche le sentenze nelle altre lingue nazionali. Non è libro per tutti, questo commentari­o: saranno i giuristi a farne livre de chevet. Ma il tema interessa tutti: perché dal contestare un diritto di passo al denunciare l’uso improprio di dati personali, è lungo i tortuosi sentieri del diritto di procedura civile che bisogna inerpicars­i. E quindi l’aggiorname­nto costante dei profession­isti è garanzia per i propri diritti. L’opera, unica in italiano, è firmata dal pretore di Lugano Francesco Trezzini, docente all’Università di Lucerna, insieme agli Avv. Stefano Fornara e Bruno Cocchi, al giudice del Tribunale d’appello Giorgio Bernasconi e all’avv. Francesca Verda Ciocchetti. Ha richiesto due anni di lavoro su oltre 21mila sentenze e, come detto, ancora ne richiederà. Onore al merito, dunque, per un contributo che promette di rendere la vita di tutti un po’ meno kafkiana.

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Due tomi e tanta tecnologia

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