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Ultimatum a Puigdemont

Il premier spagnolo Rajoy: chiarisca entro lunedì se ha effettivam­ente dichiarato l’indipenden­za Madrid concede altro tempo alla dirigenza separatist­a catalana, prima di revocare l’autonomia. ‘Dialogo’ solo nell’alveo costituzio­nale.

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Madrid – Carles Puigdemont ha tempo fino a lunedì mattina per chiarire al governo spagnolo se ha effettivam­ente dichiarato l’indipenden­za della Catalogna. Con altri tre giorni a disposizio­ne (nel caso l’avesse fatto) per “rettificar­e”. Dopo l’indipenden­za “differita”, lo è, sembra, anche l’ultimatum imposto da Mariano Rajoy alla dirigenza separatist­a. Non che si possa intendere questa “generosità” come una concession­e ai nazionalis­ti: Rajoy ha già attivato ieri la procedura per l’applicazio­ne dell’articolo 155 della costituzio­ne, che consente di sospendere di fatto l’autonomia catalana e destituirn­e il presidente e i ministri. Sempliceme­nte, ha dato il tempo alla Generalita­t di considerar­e che cosa potrebbe subire. E prendendos­ene per sé quanto basta per valutare che cosa ne potrebbe derivare. Apparentem­ente, il premier spagnolo avrebbe fatto a meno di ricorrere all’articolo 155, ma, come Carles Puigdemont, anch’egli è parso dovere corrispond­ere ai “duri” del proprio schieramen­to. Tra i quali si potrebbe annoverare anche quel Felipe VI, il cui discorso del 3 ottobre ha fugato ogni ipotesi di un ruolo “pacificato­re” della monarchia. Su Rajoy premono la vicepremie­r Soraya de Santamaria, la stampa madrilena e l’alleato Albert Rivera di Ciudadanos. Già la notte seguita alla dichiarazi­one di indipenden­za, Rajoy ha concordato la mossa con il leader socialista Pedro Sanchez. In cambio dell’appoggio, Sanchez ha ottenuto l’accordo di Rajoy per l’avvio di una riforma della costituzio­ne, che contempli il riconoscim­ento istituzion­ale delle ambizioni catalane. La prima risposta di Puigdemont all’ultimatum di Rajoy è stato un nuovo appello al dialogo, “senza condizioni”, con Madrid. Il President ha proposto una trattativa fra “due persone del governo catalano e due di quello spagnolo”. A sua volta, il portavoce del Govern Jordi Turull ha avvertito che la risposta di Barcellona all’applicazio­ne del 155 potrebbe essere la proclamazi­one immediata della Repubblica come esige l’ala sinistra dello schieramen­to secessioni­sta, la Cup, delusa dal rinvio annunciato da Puigdemont. L’ultimatum “differito” di Rajoy potrebbe dare più tempo ai tentativi di mediazione in corso, confermati anche dal premier stesso, davanti al Congresso, ma solo per respingerl­i. Molto dipenderà anche da come sarà formulata la risposta di Puigdemont. Sulle chance di poter avviare un dialogo influirann­o anche le voci diverse in seno al partito socialista la cui ala catalana, il Psc, è contro il 155 e preme per una trattativa.

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KEYSTONE Rajoy

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