I rifugi alpini resistono
Sempre più società e ‘capannari’ cercano di differenziarsi a livello di offerta, promozione e gestione per vincere le bizze del meteo
Gestite da associazioni locali che traggono la loro forza dall’impegno – volontario – dei soci, le capanne sono lo strumento per la promozione di escursionismo e alpinismo e, di riflesso, per la tutela delle vallate incontaminate che compongono il patrimonio naturale dell’Alto Ticino. Abbiamo fatto il giro delle Tre Valli, sconfinando nel Moesano, per sapere com’è andata l’estate appena conclusasi. Il bilancio ricalca tutto sommato l’andamento degli scorsi anni, con qualche sorpresa. Partiamo dai 2’078 metri della Capanna Boffalora in Val Calanca, dove ci risponde una svizzerotedesca che si è messa a disposizione come custode. «Esperienza arricchente», dice. Urs Kasper, ‘comandante’ che coordina il tutto per conto dell’Associazione sentieri alpini Calanca, ci spiega che per un terzo della stagione il rifugio è affidato a volontari, che si assumono la gestione a rotazione per due settimane. Lui, Kasper, pensa allo loro formazione e alle provviste, secondo una formula collaudata da 12 anni. Difficile reperire interessati? «No, non ci sono molti rifugi che offrono ‘impieghi a tempo’ determinato. Prima facevamo capo a custodi fissi ma le entrate (loro e nostre, coi pernottamenti) erano insufficienti». Per cui ora abbiamo un capannaro stipendiato solamente per un terzo della stagione, il resto è coperto da volontari: «Per molti è un sogno che si realizza», rileva. Come in tutte le capanne che abbiamo interpellato anche qui si è accusata una perdita con le prime (precoci) imbiancate di settembre, settimane in cui c’è stato un calo compensato però dal buon andamento di giugno, antipasto di un’estate tutto sommato comunque soddisfacente quanto a pernottamenti e ristorazione.
Sorridono ‘Tencia’ e Adula
Ai piedi del Campo Tencia, ex tetto del Ticino (lo era prima che i 3’127 metri della Cima di Aquila fossero iscritti nelle cartine) Franco Demarchi, «non si lamenta» della sua 22esima stagione, anzi. Qui, dove si può ammirare la Val Piumogna, si è registrata una progressione del 15-20 per cento per rapporto a una media di 2mila pernottamenti. Merito del meteo di luglio e agosto. Ma Demarchi sottolinea altresì l’importanza della promozione, di sapersi distinguere. C’è infatti chi affronta la scarpinata di 3 ore e più da Dalpe o dal Tremorgio chiedendo dei suoi gnocchi all’aglio orsino: «In giugno siamo apparsi, unico rifugio ticinese, sulla rivista del Club alpino svizzero. E la Cresta dei corni (itinerario impegnativo verso il Lago del Morghirolo, ndr) ha portato qualche passaggio in più». Demarchi non crede in contraccolpi per la perdita del primato della montagna più alta. Alla Capanna Adula Utoe Yvonne Keller esprime la propria soddisfazione per essere riusciti a ripetere il buon risultato del 2016, quando i pernottamenti sono aumentati del 40 per cento. C’entra il bel tempo, ma anche le temperature. Se, come capitato di recente, sull’Adula c’è un metro e mezzo di neve, si fa dura. Per collegarci ai fattori traino di cui si è accennato per il Tencia, alla Capanna Bovarina in Valle del Sole, Loris Sonzogni saluta l’apertura del sentiero BlenioBike che da Olivone, passando da Campo Blenio, conduce fin sui 1’870 metri del rifugio dell’Utoe Bellinzona. In Valle di Campo i pernottamenti sono stati 1’500, un po’ meno degli anni passati. Qui, come al Tencia, il ‘business’, da metà giugno a metà ottobre, si fa con chi si ferma a dormire, anche se è vero che il Lago Retico attira (pochi) turisti di passaggio. A Piansecco Enrica Vicari-Vella, dall’alto dei suoi 18 anni di esperienza quale custode di questa capanna del Cas Bellinzona e valli, riconduce le flessioni registrate in Valle Bedretto (con il mese di giugno che anche qui ha compensato settembre) alle sole condizioni meteo. Fattori esterni che in Cava, sui 2mila metri della Val Pontirone dove svetta la capanna Utoe, la custode Alice Capretti vuole vincere (invertendo il trend) con una strategia sul lungo termine, con prezzi moderati, che proporrà per il terzo anno così da riportare sull’alpe famiglie e gruppi. «Vogliamo scommettere sul bouldering», rilancia invece il presidente Utoe Biasca Wilson Fogliani.