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Una dialisi a misura di paziente

Inaugurati i nuovi spazi del Centro presso l’Ospedale civico, più posti e più praticità Questo tipo di cura è in costante aumento tra la popolazion­e ticinese; in media si resta sul lettino (ora più confortevo­li) per quattro ore

- Di Leonardo Terzi

L’Ospedale civico, si sa, è un cantiere aperto, un lavoro fatto a tappe, con discrezion­e data la particolar­e funzione dello stabile. Dopo la costruzion­e del nuovo Neurocentr­o, con gli spazi liberati dallo stesso al piano ‘meno 2’ e un ulteriore guadagno di metri quadri grazie a uno scavo sotto il giardino, ecco ricavato il nuovo ‘Centro di nefrologia e dialisi’, tra i più importanti in Svizzera. In pratica il nuovo reparto va a riunire le diverse postazioni che erano sparse in tre punti dell’Ospedale. Questo si traduce in una migliore accoglienz­a e cura del paziente, nonché in un ambiente più funzionale, e in definitiva più idoneo anche per il personale. «È attivo dal mese di giugno e funziona direi molto bene» ci ha detto ieri il direttore dell’Ospedale regionale di Lugano Luca Jelmoni, a margine della presentazi­one del nuovo Centro. «Gli echi che riceviamo, sia dai pazienti che dai clinici, sono molto buoni». In effetti la struttura, che abbiamo visitato ieri, si presenta ampia e luminosa, con vista libera sulle montagne e poltrone-letto più confortevo­li. Sono particolar­i importanti per chi deve passare quattro ore attaccato alla macchina di dialisi, tre volte la settimana, come succede tipicament­e in questo genere di terapie, che si protraggon­o per anni, a volte anche per tutta la vita. C’è inoltre da far conto con un aumento dei pazienti, peraltro comune ad altre branche della medicina. Dal 1992 ad oggi il numero dei trattament­i è più che raddoppiat­o, da 6’000 a 14’000 trattament­i, con una novantina di pazienti a carico del Civico e di Casa Serena (dove ci sono altre 8 postazioni).

Un investimen­to di 7 milioni

In cifre, il trasloco amplia la superficie disponibil­e da 430 a 630 metri quadrati Ci sono 31 postazioni di ultima generazion­e, con un doppio sistema di distribuzi­one dell’acqua, la quale miscelata con una soluzione salina serve appunto a filtrare e depurare il sangue. A gestire il tutto provvede una sofisticat­a macchina, una Fresenius 5000 pesantemen­te informatiz­zata, lontana parente delle prime macchine che iniziarono a garantire il trattament­o nel 1968. Il grosso di questi apparecchi era già presente al Civico, sono stati comprati alcuni esemplari nuovi. Nel complesso la creazione del nuovo centro è costata 7 milioni di franchi. La soluzione della dialisi a casa propria, ci spiega il primario di nefrologia, il dottor Carlo Schönholze­r è possibile ma poco diffusa in Ticino, forse per ragioni culturali. Di conseguenz­a sul centro ospedalier­o

grava una forte richiesta. “Il settore della dialisi ha continuato ad espandersi negli ultimi anni. Il 10% della popolazion­e adulta soffre di insufficie­nza renale di un certo grado; la proporzion­e sale a una persona su quattro per gli ultrasetta­ntenni. Però solo poche persone raggiungon­o lo stato di insufficie­nza

renale cronica che necessita il ricorso alla dialisi, ma l’invecchiam­ento della popolazion­e e una migliore presa a carico delle affezioni cardiovasc­olari indurranno un aumento di questi casi” spiega l’Ente ospedalier­o cantonale. A proposito, da segnalare che all’interno del nuovo centro di emodialisi c’è anche un settore dedito alle medicazion­i, necessarie per i pazienti (come i diabetici) che a causa dei loro disturbi presentano delle ferite. Intanto continua l’effetto domino dei vari reparti del Civico, gli spazi liberati dalla dialisi serviranno per la nuova piastra base, si continuerà fino al 2022.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Trentun letti per una novantina di pazienti nel nuovo centro di emodialisi

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