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Grana in polvere

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Berna – Grazie al lavoro di diploma di una guardia di confine svizzera, è stata sconfessat­a una credenza popolare. Contrariam­ente a quanto si credeva (ma chi?), non tutte le banconote presentano tracce di cocaina. Per dimostrare la tesi è stata utilizzata un’apparecchi­atura speciale. Lo strumento a disposizio­ne della guardia di confine, lo spettromet­ro a mobilità ionica (ims), misura gli ioni presenti negli stupefacen­ti o negli esplosivi. Per confermare la tesi, la guardia di confine ha definito un metodo standard per il prelievo di campioni e ha poi analizzato con l’ims delle banconote in franchi di diversa provenienz­a. Per trovare una maggiore quantità di soldi “contaminat­i”, i contanti sono stati cambiati nelle stazioni e nei bar. Il denaro è considerat­o contaminat­o quando almeno l’80% delle banconote di un mazzetto sottoposto al test con l’ims si rivela positivo. Secondo lo studio, solo il 16% dei soldi esaminati hanno presentato tracce di droga. La tesi di diploma è stata premiata con la nota migliore del suo anno e ora la guardia di confine sta esaminando le banconote in euro con l’obiettivo di raccoglier­e dati empirici e stabilire eventuali differenze rispetto alle banconote in franchi. Nel 2016 l’amministra­zione federale delle dogane ha sequestrat­o contanti con tracce di droga per un valore complessiv­o di circa 3,1 milioni di franchi, presumibil­mente correlati a reati in materia di stupefacen­ti.

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KEYSTONE Allora: o girate la foto o ditemi come posso atterrare

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