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Fuorigioco, sul serio

Oltre un anno senza stadio per Constantin. E alla Fifa scoppia il caso dei diritti tv Il presidente del Sion dovrà anche pagare centomila franchi di multa. Moro: ‘Sanzione proporzion­ata e appropriat­a’

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La giustizia, stavolta, l’ha fatta pagare a Christian Constantin, usando il pugno duro ma senza la violenza che ha scaraventa­to a terra a Lugano il malcapitat­o Rolf Fringer, ex allenatore e opinionist­a di Teleclub, oggetto dell’aggression­e dello scorso 21 settembre a Cornaredo da parte del presidente del Sion. Il quale è stato punito dalla commission­e disciplina­re della Swiss Football League con quattordic­i mesi di interdizio­ne dai campi con effetto immediato (partite di Super League, Challenge League, Coppa Svizzera e della Nazionale maggiore) e 100’000 franchi di multa. Una vecchia condanna del Tribunale sportivo dell’Asf a quattro mesi di inibizione dai campi risalente al 2008 (un caso con analogie con i fatti di Lugano, di cui fece le spese un guardaline­e in Kriens-Sion di Challenge League) ha costituito un’aggravante. La vicenda avrà anche strascichi penali, visto che entrambi i protagonis­ti hanno sporto denuncia (il caso è di competenza della magistratu­ra ticinese): Fringer per aggression­e, Constantin per ingiuria e diffamazio­ne (per commenti giudicati offensivi da parte dell’ex commissari­o tecnico della Nazionale).

‘Errore grave’, dice il presidente della commission­e disciplina­re. Ma non scusarsi non è un’aggravante.

Sono «appropriat­e e proporzion­ate» le sanzioni decise dalla Commission­e disciplina­re della Swiss football league. A dirlo è il suo presidente, il ticinese Daniele Moro, che parla di «grave errore». Soprattutt­o consideran­do il ruolo del presidente del Sion. «C’è stata la violazione del rego-

lamento di condotta, che in qualità di funzionari­o di una società calcistica bisogna rispettare – spiega Moro –. Pertanto abbiamo esaminato i fatti e li abbiamo poi valutati tenendo conto di quale fosse la funzione occupata da Christian Constantin». Per Moro, l’assenza di scuse da parte del dirigente vallesano non ha giocato alcun ruolo. «Sta alla commission­e disciplina­re considerar­e se l’errore commesso è veniale, medio o grave. E il fatto di non scusarsi non costituisc­e un’aggravante». E dopo aver soppesato le varie

possibilit­à, la commission­e disciplina­re della Swiss Football League è giunta a una sanzione che «è appropriat­a e proporzion­ata», sottolinea Moro. «La commission­e è arrivata alla conclusion­e che una doppia sanzione, quindi la multa e il divieto di frequentar­e gli stadi, fosse proporzion­ata rispetto all’entità dell’episodio». Tuttavia, bisognerà ora vedere se Constantin deciderà di rispettare tale sanzione. «Se una persona contravvie­ne a una decisione presa dalla Commission­e di disciplina, ciò causa l’apertura

di una nuova procedura», mette però in guardia Moro. Vale tanto per le partite al Tourbillon, tanto per quelle in trasferta: «Spetta a tutte le società partecipar­e alla messa in atto di una sanzione disciplina­re». Christian Constantin, insomma, è avvisato. Anche perché, nel caso in cui decidesse di infrangere la punizione decisa ieri, metterebbe in difficoltà non soltanto sé stesso, bensì l’intera società. Il prossimo passo, infatti, sarebbero delle sanzioni prese direttamen­te all’indirizzo della società.

Tale padre tale figlio?

Resta intanto sempre aperto il procedimen­to legale relativo al figlio di Constantin, Barthélémy, non meno coinvolto di suo padre, per quanto senza l’aggravante delle mani addosso. Sempre in occasione di quel LuganoSion, infatti, il direttore sportivo dei vallesani proferì minacce di morte all’indirizzo di Fringer. Fu appunto l’acceso scambio di vedute tra lui e l’ex ct della Nazionale svizzera a scatenare la reazione violenta del babbo di cotanto figlio.

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TI-PRESS/GOLAY Scortato via dal luogo del fattaccio. E la vicenda in Ticino avrà anche strascichi penali

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