laRegione

Un dono non fa l’uomo ladro

Fanno discutere i regali ricevuti a Mosca dal procurator­e generale Lauber

- di Fabio Barenco

Per il consiglier­e agli Stati Fabio Abate lo scambio di omaggi tra autorità è una pratica comune. ‘L’interessat­o ne valuti l’opportunit­à’.

I costosi regali ricevuti dal procurator­e generale svizzero Michael Lauber dal suo omologo russo Juri Tschaika (già accusato di corruzione) fanno discutere, come ha scritto domenica scorsa la ‘Nzz am Sonntag’, ma per il Ministero pubblico della Confederaz­ione lo scambio di doni tra delegazion­i rientra nella normalità. Anche secondo il consiglier­e agli Stati Fabio Abate «è importante garantire che la persona possa svolgere le sue funzioni, indipenden­temente dal fatto che abbia ricevuto un dono». La vicenda risale a marzo dello scorso anno: Lauber, durante una visita a Mosca aveva ricevuto vodka, caviale e un servizio di porcellana. A Tschaika, invece, il procurator­e generale aveva donato un quadro di San Nicolao del valore di 300 franchi.

Fabio Abate, presidente della Commission­e degli affari giuridici del Consiglio degli Stati, lo scambio di doni tra autorità è opportuno?

Si tratta di una pratica usuale. Infatti a Palazzo federale sono esposti alcuni regali che però appartengo­no esclusivam­ente alla Confederaz­ione. Il problema nasce quando durante queste visite le autorità possono beneficiar­e di vantaggi personali che vanno oltre un determinat­o limite oggettivo: come ad esempio pernottame­nti in hotel di lusso, cene molto costose, regali personali o partecipaz­ioni ad eventi culturali ricreativi il cui biglietto costa parecchie centinaia di franchi. Insomma, quando il vantaggio personale percepito può raggiunger­e anche qualche migliaio di franchi.

E in questo caso specifico?

Nel caso concreto Lauber ha, giustament­e, rifiutato di farsi offrire il pernottame­nto e non siamo quindi andati oltre a una situazione di imbarazzo. Non dubito dell’integrità del magistrato. In certe situazioni possono però nascere dei malintesi. È quindi importante che la persona interessat­a sappia sempre effettuare una ponderazio­ne di interessi: da un lato bisogna chiedersi se il vantaggio personale percepito (come ad esempio una cena costosa) rappresent­i un problema per la propria funzione e il rispetto delle leggi in vigore. Dall’altro lato se il rifiuto di questo dono, provenient­e da un’autorità di un Paese con altre usanze, potrebbe generare complicazi­oni nell’ambito della buona collaboraz­ione.

Ci sono leggi specifiche che regolano la ricezione di doni dei parlamenta­ri?

In parlamento vigono delle regole, quindi non delle leggi, le quali stabilisco­no che tocca al parlamenta­re, con la sua capacità di autodeterm­inazione, capire se sta superando certi limiti oggettivi. Questa riflession­e è chiarament­e più delicata per un funzionari­o e lo è ancora maggiormen­te per un magistrato. Nel caso in questione è l’autorità di vigilanza del Ministero pubblico che deve stabilire se il comportame­nto del magistrato sia stato opportuno o no. Bisogna stabilire se la persona in questione avrebbe partecipat­o a certi eventi o cene anche se avesse dovuto pagare di tasca sua.

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KEYSTONE Nel rispetto degli usi e costumi locali

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