Criminale, tedesco, non espulso
Un cittadino tedesco di 27 anni non dovrà lasciare la Svizzera, pur essendo stato condannato per aggressione. Il Tribunale cantonale zurighese è arrivato alla conclusione che nel suo caso prevalgono i diritti sanciti dall’accordo sulla libera circolazione. Il giovane – figlio di cittadini tedeschi che risiedono in Svizzera – ha preso parte lo scorso febbraio ad una spedizione punitiva contro una persona. Il Tribunale distrettuale di Winterthur lo ha condannato ad una pena detentiva di 8 mesi sospesi con la condizionale. Tenendo conto che l’aggressione figura sulla lista dei reati per i quali vengono applicate le misure introdotte a seguito dell’iniziativa Udc sui criminali stranieri, la prima istanza aveva anche deciso per il cittadino tedesco l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 5 anni. Il condannato ha ricorso contro questa misura, invocando i principi sanciti dall’accordo europeo sulla libera circolazione delle persone e il Tribunale cantonale gli ha dato ragione. La giurisprudenza del Tribunale federale ha finora dato in simili casi la priorità ai principi sanciti dal diritto internazionale, hanno sottolineato i giudici zurighesi. La Corte è peraltro arrivata alla conclusione che il 27enne “non rappresenta un pericolo di una gravità tale da minacciare gli interessi della società o l’ordine pubblico”.