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Via libera al campus Rsi

Dopo un iter travagliat­o, il Comune di Comano ha rilasciato la licenza edilizia Il permesso è effettivo dalla metà di settembre, ma i lavori non dovrebbero partire prima dell’estate 2018. A pesare sulla realizzazi­one è l’incognita del voto sulla Billag.

- Di Dino Stevanovic

Un ostacolo in meno. È di un verde un po’ sfocato il semaforo per la prima fase del nuovo campus radiotelev­isivo e multimedia­le della Svizzera italiana. La Rsi ha infatti sì ricevuto la licenza edilizia per il progetto, ma i lavori non prenderann­o avvio prima dell’estate del 2018. Nel mezzo: la grande incognita rappresent­ata dal voto sulla Billag. L’iter del progetto non è stato lineare. Nel maggio 2015 l’azienda deposita la domanda di costruzion­e al Comune. «All’istanza sono seguite delle opposizion­i – ricorda Michele Zanetta, dell’Ufficio tecnico di Comano –, da un lato c’erano alcune informazio­ni mancanti a livello procedural­e e dall’altro delle preoccupaz­ioni da parte del vicinato. L’incarto è stato completato, mentre Comune e Rsi hanno incontrato la popolazion­e per rassicurar­la sull’entità e le modalità del cantiere». Prima del rilascio della licenza – ottenuta l’11 luglio scorso ma effettiva da metà settembre –, le opposizion­i sono di fatto state ritirate. Le licenze concesse in realtà sono due. Una per la demolizion­e delle strutture che ospitano le autorimess­e e i laboratori scenografi­ci e l’altra per la costruzion­e del nuovo edificio. I lavori inizialmen­te sarebbero dovuti partire nella primavera dell’anno scorso, ma a causa dei reclami la tabella di marcia è slittata di oltre due

anni. Il termine del cantiere è previsto a questo punto per il 2025. «L’investimen­to edilizio e tecnico per la prima fase è di 55 milioni – fa sapere il direttore della Rsi Maurizio Canetta –, quanto alla seconda fase, la cifra investita sarà attorno ai 4550 milioni. Si tratta in questo caso naturalmen­te di un ordine di grandezza, visto

che non abbiamo il progetto di dettaglio». Al posto dell’edificio demolito ne sarà costruito uno nuovo, che sarà collegato a quelli esistenti da una sorta di galleria vetrata. Al suo interno saranno ospitate le redazioni di Rete Uno e dell’informazio­ne. La seconda fase riguarda invece la centralizz­azione a Comano di tutti i settori dell’azienda: la sede di Besso verrà chiusa. L’ostacolo più grande alla realizzazi­one del campus è rappresent­ato tuttavia dalla votazione sulla Billag, che dovrebbe tenersi a marzo. «Ovviamente un successo dell’iniziativa ci porterebbe a doverla cancellare», conferma Canetta.

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TI-PRESS Canetta: ‘Un successo dell’iniziativa ci porterebbe a dover cancellare il progetto’

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