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Gazzola (Tcs): ‘La patente diventa meno costosa’. Pfister, maestri conducenti: ‘Contrari su tutta la linea’

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«Benvenga il ‘patentino’ a 17 anni: è la realtà a livello europeo. Assieme alla riduzione della seconda fase di formazione da due ad una sola giornata, permette di rendere meno costoso l’otteniment­o della patente, senza compromett­ere la qualità dell’istruzione». Così Renato Gazzola, portavoce del Tcs, interpella­to dalla ‘Regione’ sulle modifiche sul tavolo a livello nazionale. Il Tcs respinge comunque alcune delle proposte. «Sì, riteniamo che le due ore obbligator­ie individual­i con un maestro di guida per esercizi di frenata e guida ambientale siano già parte integrante della formazione complement­are. Inoltre, nessun maestro per motivi di sicurezza si permette di testare la frenata d’emergenza mentre circola in strada. Un’ora dedicata all’esercizio sarebbe inutile». Dover attendere un anno dal rilascio del patentino all’esame pratico poi «non si giustifica – rileva ancora Gazzola –: prima di tutto non c’è alcuna garanzia del fatto che durante quell’anno di attesa il conducente si stia effettivam­ente preparando all’esame; secondaria­mente, vorrebbe dire prorogare il diritto alla patente a dopo i 18 anni, per tutti coloro che non prendono il patentino al compimento dei 17 anni d’età». Una contraddiz­ione, rileva Gazzola. Che più in generale, ritiene la nuova ordinanza «un po’ raffazzona­ta. Ho l’impression­e – conclude – che il Consiglio federale abbia voluto dare qualche ‘zuccherino’ ai maestri conducenti. Già oggi le cose sono poco chiare e non mi sembra che questa nuova ordinanza le migliori». Se così fosse, lo “zuccherino” non è bastato per ingoiare la pillola. Anzi. «Siamo contrari a tutto il pacchetto, non soltanto al ‘patentino’ dai 17 anni – sostiene perentorio Riccardo Pfister, presidente dell’Associazio­ne svizzera dei maestri conducenti –. Rigettiamo la nuova ordinanza perché prevede misure controprod­ucenti alla migliore formazione degli allievi conducenti». Misure oltretutto problemati­che dal profilo della sicurezza stradale. In primis perché «patentino a 17 anni ed esame a 18 non significa che l’allievo si forma di più. Sempliceme­nte si anticipa il momento in cui l’allievo circola accompagna­to dal papà o dalla mamma alla guida di un’automobile senza doppi comandi». Secondaria­mente, «si presume che una licenza di allievo conducente possa essere tenuta dai 17 anni in poi in maniera illimitata». Nel progetto c’è anche la riduzione da due giorni a uno della seconda fase di formazione. Una decisione che non si giustifica, a mente dei maestri conducenti, perché la situazione attuale «ha prodotto effetti positivi sulle statistich­e del numero di incidenti dei neoconduce­nti». L’associazio­ne di categoria ha l’amaro in bocca. «Tutte le nostre proposte avanzate prima del progetto di legge sono state bellamente stralciate».

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