Imposta circolazione 2017: i ricorsi fra osservazioni, replica e duplica
Osservazioni, replica, duplica. E ora non resta che aspettare. Non resta che attendere la sentenza della Camera di diritto tributario del Tribunale d’Appello sui ricorsi inoltrati in luglio da quattro conducenti contro l’adeguamento/aumento dell’imposta di circolazione 2017. Un ritocco verso l’alto da attribuire al rivisto sistema di calcolo degli ecoincentivi – con la riduzione del numero di beneficiari del bonus – contemplato dal messaggio licenziato dal governo nell’aprile 2016 sulla manovra di risanamento delle casse cantonali. Rappresentati, gratuitamente, dal coordinatore del Fronte automobilisti Ticino (Fat) Andrea Censi e patrocinati dall’avvocato Nicola Fornara, i quattro si sono rivolti ai magistrati dopo che in giugno la Sezione della circolazione ha respinto i loro reclami contro l’incremento della tassa: medesima sorte per le contestazioni – in totale erano una quarantina – avanzate da altri proprietari di veicoli colpiti dal rincaro. Sui ricorsi Camorino ha preso posizione a fine agosto. Nelle proprie osservazioni trasmesse alla Camera di diritto tributario, la Sezione della circolazione in sostanza ribadisce “l’esattezza” del “calcolo effettuato”, ricorda cosa stabilisce la legge e considera “difficilmente comprensibile” la censura di violazione del principio della buona fede, “soprattutto in quanto la possibilità di modificare il coefficiente è esplicitamente prevista dalla vigente base legale: ‘Il Consiglio di Stato verifica periodicamente, almeno ogni due anni, il coefficiente di moltiplicazione alfine di garantire la neutralità finanziaria”. Pochi giorni dopo la replica dei ricorrenti tramite l’avvocato Fornara. Secondo il quale, la Sezione della circolazione “non spiega (ma sarebbe del resto impossibile) come i principi contenuti nella legge impongano tale fissazione arbitraria e discriminante dell’aumento dei coefficienti. La legge non impone assolutamente una modifica di questo tipo”. Nella replica, inoltre, si contesta che “il principio di neutralità finanziaria imponga una riforma delle imposte di circolazione”. Per neutralità finanziaria, puntualizza la Sezione della circolazione nella duplica inviata pochi giorni fa ai giudici d’Appello,“si intende che l’importo incassato con l’introduzione degli ecoincentivi è identico a quello che sarebbe stato incassato senza gli ecoincentivi”. Detto in altro modo, aggiunge Camorino”, “ciò significa che bonus e malus devono corrispondere”. “Se ciò non è il caso, come è successo in particolare a partire dal 2014 (e in misura sempre più marcata a seguito del costante miglioramento del parco veicoli ticinese), la legge – prosegue Camorino – impone all’autorità di intervenire, adeguando i coefficienti”.