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Sommaruga è favorevole a più controlli alle frontiere

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I ministri dell’Interno dell’Ue hanno discusso ieri a Lussemburg­o su temi inerenti alla sicurezza. La consiglier­a federale Simonetta Sommaruga ha partecipat­o alla riunione in cui numerosi Stati hanno annunciato di voler reintrodur­re e prolungare la durata dei controlli alle frontiere dello spazio Schengen. La Svizzera ammette questa possibilit­à ma solo alla condizione che ciò avvenga sulla base di criteri chiari, fissati di comune accordo e rispettati, ha rilevato ieri in una nota il Dipartimen­to federale di giustizia e polizia (Dfgt). I controlli, che ostacolano la libera circolazio­ne, non possono inoltre costituire l’unica soluzione per garantire la sicurezza, è stato precisato. Benché la Confederaz­ione sia membro dello spazio Schengen, la sua situazione è leggerment­e differente. Non essendo nell’unione doganale dell’Ue, Berna svolge comunque controlli doganali e può procedere a controlli di persone in base a sospetti fondati. Secondo Simonetta Sommaruga, contattata dall’Ats, negli scorsi anni la situazione migratoria è cambiata. «Bisogna assumersi le conseguenz­e», ha affermato, ma è necessario trovare un’intesa su regole comuni «alle quali tutti devono aderire». Per quanto riguarda la lotta al terrorismo i ministri hanno discusso la necessità di rafforzare lo scambio d’informazio­ne tra i servizi delle attività informativ­e ed Europol. Una misura già attuata dalla Svizzera con il gruppo Tetra (Terrorist Tracking), precisa il comunicato. Nell’incontro si è anche discusso della rilocazion­e dal Nord Africa di rifugiati riconosciu­ti dall’Alto Commissari­ato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Dal canto suo, la Confederaz­ione si è detta disposta a valutare la possibilit­à di accogliere persone bloccate in Libia, oltre a quelle che già ospita in arrivo dalla Siria. Poiché però al momento negli Stati dell’Africa settentrio­nale giungono molti migranti in cerca di lavoro, secondo Sommaruga, è necessario intensific­are l’impegno dell’Europa nella regione, ha rilevato il Dfgp. I problemi migratori in Libia possono essere risolti soltanto rendendo più stabile la situazione politica del Paese.

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