Trump sfida l’Iran e fa infuriare il resto del mondo
Donald Trump sfida nuovamente la comunità internazionale annunciando, in nome dell’America first, che non certificherà l’accordo sul nucleare iraniano. Un’intesa che invece tutti gli altri firmatari ribadiscono di voler rispettare e attuare, isolando così il presidente Usa: dalla Russia alla Cina fino naturalmente all’Europa. Unico a gongolare è il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che definisce «una decisione coraggiosa» la mossa di Trump. Stavolta, a differenza che con l’accordo di Parigi sul clima, Trump evita lo strappo irreversibile e non chiede di reintrodurre le sanzioni revocate dall’intesa, invitando invece il Congresso e gli alleati a rafforzare i vincoli di quella che ritiene «una delle peggiori e più sbilanciate transazioni che gli Stati Uniti abbiano mai intrapreso». Il suo tuttavia è un vero ultimatum: in assenza di miglioramenti, «l’accordo verrà cancellato», minaccia dalla tribuna della Casa Bianca. Immediata la reazione di Teheran: «Trump non può fare quello che vuole», ha tuonato in serata il presidente iraniano Hassan Rohani, ribadendo l’impegno a rispettare l’accordo internazionale e ricordando che l’intesa è «stata ratificata dall’Onu» e «non è quindi un accordo bilaterale». Il tycoon ha scelto per ora un compromesso su un accordo che l’Iran tecnicamente continua a rispettare, come riconosciuto da tutti, anche dai suoi ministri degli Esteri e della Difesa, convinti che esso resti nell’interesse nazionale americano. Oggi infatti ha ribadito che Teheran viola non la lettera ma «lo spirito» dell’intesa e che gli effetti della rimozione delle sanzioni all’Iran non sono proporzionati ai benefici per gli Usa. E ha passato la palla al Congresso, che ora ha 60 giorni di tempo per decidere cosa fare. Il suggerimento del segretario di Stato Rex Tillerson è quello di prevedere dei «trigger point», sorta di linee rosse oltre le quali le sanzioni scattano in modo automatico: ad esempio la prosecuzione del programma missilistico balistico. Capitol Hill, intanto, appare divisa.